Salute

Ad ogni personalità il suo cervello

Come nasce la personalità? Cosa ci rende volubili o decisi, affabili o antipatici? In qualche modo, ovviamente, dipende tutto dal nostro cervello. Ma è possibile individuare nel funzionamento o nell’anatomia del sistema nervoso centrale un indizio con cui prevedere i tratti prevalenti della nostra personalità? Forse sì. A suggerirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience da un team di ricercatori americani, inglesi e italiani, a cui hanno partecipato l’università Magna Grecia di Catanzaro e l’università di Roma Tor Vergata.

Per iniziare, ovviamente, bisogna trovare un metodo per classificare i diversi tratti della personalità umana. La ricerca si è basata su uno dei modelli scientifici più accettati: la cosiddetta teoria dei big five. Un approccio che postula l’esistenza di cinque grandi dimensioni, o macrotratti della personalità: estroversione, gradevolezza, coscienziosità, nevroticismo e apertura mentale. Con questo punto di partenza, i ricercatori hanno provato a individuare un collegamento tra l’anatomia cerebrale e la prevalenza di uno specifico tratto di personalità.

Per riuscirci hanno fatto ricorso a un database contente le scansioni cerebrali di oltre 500 persone, concentrandosi in particolare sulla conformazione della corteccia, lo strato più esterno del cervello che gioca un ruolo fondamentale nelle funzioni cognitive complesse come pensiero, coscienza, memoria e linguaggio. E i risultati dello studio hanno mostrato l’esistenza di alcune precise correlazioni.

L’apertura mentale – un tratto collegato a creatività, curiosità, interesse per le novità – è associata per esempio a una maggiore dimensione, alla presenza di un numero maggiore di ripiegamenti e uno spessore minore in alcune specifiche regioni della corteccia prefrontale.

Al contrario, un alto grado di nevroticismo – un tratto che predispone all’insorgere di disturbi psicologici come l’ansia – sarebbe collegato a una minore estensione, minor ripiegatura e spessore maggiore della corteccia in altre regioni del cervello. Una scoperta che potrebbe avere importanti ricadute anche per la salute. “Trovare un collegamento tra la struttura del cervello e i tratti basilari della personalità è un passo in avanti cruciale per migliorare la nostra conoscenza del legame tra morfologia cerebrale e disturbi neuropsicologici”, spiega Luca Passamonti, ricercatore di Cambridge che ha collaborato allo studio. “Quello di cui abbiamo bisogno ora è una maggiore comprensione del legame tra struttura e funzioni cerebrali nelle persone sane, per arrivare a scoprire cosa c’è di diverso in chi soffre di disturbi psichiatrici”.

Al momento rimane una domanda aperta. La morfologia del cervello è determinata da fattori ambientali e genetici, e quindi attualmente è impossibile stabilire se i tratti della personalità siano dovuti alla forma della corteccia cerebrale, o se siano le esperienze collegati ad una certa personalità a plasmare la struttura della corteccia. “È nato prima l’uovo o la gallina? – si chiede Roberta Riccelli, dell’università Magna Grecia – al momento non sappiamo rispondere. Il nostro studio però supporta un’associazione, almeno a qualche livello, tra la personalità e la maturazione cerebrale, un processo di sviluppo fortemente influenzato da fattori genetici”.

Via: Wired.it

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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