Ci è voluta più di qualche sveglia, ma alla fine il lander Philae della missione dell’Esa Rosetta – protagonista del primo accometaggio della storia – sì è risvegliato dallo stato diibernazione in cui era caduto poco tempo dopo aver toccato la cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko. Dall’Esa hanno infatti fatto sapere che, per la prima volta dallo scorso novembre (dopo aver esaurito le batterie), il lander ha parlato con la Terra, attraverso la sonda madre Rosetta. I segnali sono sono stati ricevuti lo scorso 13 giugno, ma Philae potrebbe essersi svegliato anche prima. Ed ora, cosa significa questo risveglio?
Sostanzialmente il risveglio del lander significa che il robottino è di nuovo pronto a lavorare, a riprendere la sua attività scientifica dopo quella eseguita nelle prime ore sulla cometa, e che ci aveva già fatto scoprire l’esistenza di molecole organiche su 67P. “Il lander è pronto per operare”, ha infatti annunciato il Project Manager si Phiale, Stephan Ulamec, aggiungendo che il robot “ha una temperatura di -35°C e 24 Watts disponibili”. L’avvicinamento al Sole che avrebbe dovuto scaldarlo (il calore, relativo,è infatti necessario per il funzionamento delle batterie) e ricaricarlo (tramite i pannelli solari) starebbe così producendo i risultati sperati.
Al momento gli scienziati stanno aspettando il prossimo contatto, per leggere nella memoria di Philae e capire cosa sia successo negli ultimi giorni sulla cometa. E anche per capire quanta energia stia accumulando e se sufficiente a far funzionare la strumentazione di cui è dotato, primo fra tutto il trapano che potrebbe permettere raccogliere campioni della cometa.
Questo permetterebbe di trovarsi in una situazione ideale: in questi mesi infatti la 67P si sta avvicinando al Sole (raggiungerà il punto più vicino il prossimo agosto) e osservare dal vivo i cambiamenti che sperimentano questi corpi nel loro tragitto aiuterà gli scienziati a capire qualcosa di più sulle comete e quindi sull’evoluzione del Sistema solare. Ma il risveglio di Philae è importante anche per aiutare a localizzare con precisione il robottino e per sperare che ci restituisca immagini della cometa su cui si trova, in un periodo così particolare.
Via: Wired.it
Credits immagine: Esa