Sopportano, a differenza nostra, in silenzio. Se danneggiate però – che siano una pioggia o un vento più forti del solito, lo spuntino di un insetto o di un verme, o le ferite inferte da qualche essere umano recidendo fiori, foglie e gambi –montano una pronta risposta che non ha nulla da invidiare ai complessi meccanismi animali. Con segnali che dal sito danneggiato si propagano attraverso tutta la pianta. Ma come funziona questo sistema di allerta rimaneva per lo più ancora un mistero. Oggi a ricostruire parte del puzzle è una ricerca pubblicata sulle pagine di Science Signaling, che mette in fila la complessa serie di eventi che avvengono quando una pianta viene ferita. E che si aggiunge alla mole di studi che si occupano di comunicazione vegetale, interna sì ma anche esterna, tra piante e piante.
Qualcosa, spiegano i ricercatori guidati da Qiaolin Shao dell’Università della California di Berkeley, gli esperti sapevano già. Sapevano per esempio che in caso di stress internamente si scatena tutto un sistema di mediatori che segnalano il pericolo e avviano i meccanismi di riparo. Segnali elettrici, flussi di ioni calcio, glutammato (un amminoacido con funzione di neurotrasmettitore negli animali), specie reattive dell’ossigeno, fitormoni (come l’acido jasmonico) fanno parte del puzzle. Il team di Shao ha avuto il merito di rimettere in parte a posto alcuni pezzi di questo puzzle, finora confusi, nota un articolo di accompagnamento pubblicato sullo stesso numero delle rivista. E lo hanno fatto ferendo, a livello delle radici, una pianta Arabidopsis thaliana, un modello diffusissimo nell’ambito degli studi di botanica vegetale, osservando poi quello che succedeva.
I ricercatori hanno osservato che in seguito al danno si generano dei flussi di calcio e dei potenziali elettrici che si propagano nella pianta, così come faceva la somministrazione di glutammato, che sembra giocare un ruolo importante grazie a due recettori, da cui avrebbe inizio la risposta sistemica della pianta al danno. Semplificando, spiegano gli esperti, lo stress sperimentato dalla pianta a livello delle radice induce il rilascio di glutammato e un innalzamento del pH e quindi il rilascio di calcio e un potenziale elettrico che da ultimo forniscono alla pianta stessa il messaggio necessario alla difesa e riparazione del danno, come la produzione dell’acido jasmonico, coinvolto proprio in questo.
Lo studio lascia ancora aperte delle domande, puntualizzano gli stessi autori. Non è chiaro per esempio come i segnali si propaghino attraverso i tessuti vascolari e scoprirlo, concludono, potrebbe magari permetterci di capire meglio questo tipo di comunicazione a distanza nelle piante che ricorda quella nervosa degli animali.
Riferimenti: Science Signaling
Credits immagine di copertina: Alexis Chloe on Unsplash
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