I piccioni riescono a riconoscere i tessuti tumorali

Piccioni che da proverbiali viaggiatori si trasformano in patologi in grado di distinguere le immagini di tumori al seno osservando campioni di tessuto. A sostenerlo sono i ricercatori dell’Università della California di Davis che hanno addestrato, con successo, molti esemplari di questi volatili a riconoscere il tessuto maligno. Il test condotto negli Stati Uniti è stato descritto sulla rivista Plos One e, stando ai suoi risultati, potrebbe permettere di affinare tecnologie in via di sviluppo per il riconoscimento automatico delle lesioni cancerose grazie all’intelligenza artificiale.

I patologi, per arrivare a essere professionalmente operativi, passano anni ad acquisire le nozioni e l’esperienza necessarie a diagnosticare la presenza o la progressione dei tumori attraverso la diagnostica per immagini. I piccioni hanno invece dimostrato di imparare a “refertare” il vetrino di una biopsia o l’immagine di una mammografia in molto meno tempo. Gli animali sono stati addestrati con il metodo del rinforzo positivo che ha previsto l’erogazione di un premio in cibo ogni volta che l’animale avesse riconosciuto la presenza di una lesione. I risultati sono stati molto positivi a dispetto che il cervello dei piccioni abbia dimensione drasticamente inferiori a quelle umane. Tuttavia, spiegano i ricercatori, i percorsi neurali che processano le immagini sono abbastanza simili, giustificando le capacità osservate.

È chiaro che nessuna paziente verrà mai affidata al giudizio di uno specialista con le ali, subentrando a uno con camice e stetoscopio. Eppure i piccioni potrebbe essere molto utili nel collaborare allo sviluppo di nuove tecnologie. Molti medici e ingegneri sono al lavoro per mettere a punto sistemi in grado di riconoscere in automatico la presenza di una massa tumorale nel tessuto mammario. Queste tecnologie hanno però bisogno di essere “tarate” con precisione, prima di entrare in servizio. In questo processo sono tradizionalmente coinvolti medici esperti nella diagnostica per immagini che vengono impiegati nella validazione dei risultati comunicati dai computer.

“Questo passaggio”, ha affermato Richard Levenson,a capo dello studio: “è molto complicato, costoso e ha bisogno di tempo che deve essere sottratto all’attività professionale dei medici. La sensibilità visiva che i piccioni hanno dimostrato durante i nostri esperimenti, ci ha confermato che sono in grado di individuare con buona precisione le caratteristiche principali delle immagini dei tumori mammari. Per questo crediamo che il loro aiuto potrebbe essere molto utile nell’analisi delle variabili che devono essere analizzate durante l’ideazione, la modifica e la messa a punto di strumenti diagnostici automatici”.

Riferimenti: Plos One http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0141357
Credit immagine: Levenson et al. CC

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