Pitagora indaga

Silvio Maracchia
Delitto in casa pitagorica e altri racconti 
Goliardica editrice 2009, pp. 132, euro 12,60

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Devo dire prima di tutto che questo è un libretto molto originale: si tratta, infatti, di racconti dall’ambientazione per lo meno insolita. Quello che dà il nome a tutta la raccolta, tanto per incominciare, è un piccolo giallo, con tutti gli ingredienti del genere: il morto, l’indagine, la scoperta dell’assassino. Solo che si svolge ai tempi di Pitagora, a Crotone, allora Magna Grecia. Non è Pitagora l’assassinato, ma anche lui muore, dopo aver scoperto l’assassino nei panni del più brillante dei suoi allievi, Ippaso, lo scopritore dei numeri irrazionali.

Lo svolgimento della storia appare perfino plausibile. Ma l’interesse è dato dal fatto che l’autore ha ben risolto un ovvio problema: come parlare di Pitagora e della sua scuola senza spiegare di che si tratta? Quanti liceali, al giorno d’oggi, avrebbero gli strumenti per capire e apprezzare? E d’altra parte, come svolgere la trama senza sapere come funzionava la confraternita dei Pitagorici? L’autore trova questa soluzione: spiega chi erano i Pitagorici, cosa facevano, quali sono gli obiettivi che Pitagora ha raggiunto, in lunghe e minuziose note: chi ha voglia di farsi un’idea precisa dell’ambiente può attingere a queste e ai testi che si citano nelle note e in una notevole bibliografia. Intanto, il racconto può procedere speditamente, con un ritmo da romanzo giallo.

Anche il secondo racconto è un giallo, un po’ buffo: si tratta di un grande matematico, però assassino. Un trionfo per aver scoperto la dimostrazione della congettura di Goldbach, o la camera a gas? Una tragicommieda abbastanza divertente.

Seguono altri racconti, assai diversi fra loro per l’ambientazione e le finzioni retoriche, sempre molto fantasiose. Così, il lettore può appropriarsi di un diverso problema matematico ancora sotto osservazione al giorno d’oggi. Lo spazio curvo, l’indicibilità di Goedel, il concetto di infinito. Anche qui, l’approccio è sempre originale e la bibliografia è in nota.

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