Plastica anti-corrosione

    Una nuova tecnica di protezione contro la corrosione dei materiali arriva dal Dipartimento di fisica e chimica applicata dell’Università di Madrid. Attraverso un processo noto come elettrodeposizione, i ricercatori hanno ricoperto la superficie di un oggetto di rame – uno dei metalli che si ossida più facilmente – con un polimero conduttore che ha creato una barriera protettiva contro l’ambiente corrosivo, lasciando inalterate le proprietà conduttive del materiale.

    La corrosione è un processo di degradazione dovuto alla reazioni chimiche che avvengono sulla superficie di alcuni materiali messi a contatto con gli elementi presenti nell’ambiente. La reazione più nota è l’ossidazione che si verifica quando l’ossigeno presente nell’aria si combina con altre sostanze, dando origine a un composto chiamato ossido. Una delle sostanze che facilmente si legano all’ossigeno è proprio il rame, molto utilizzato soprattutto per le sue proprietà di conduttore elettrico. Finora i metodi convenzionali per impedire o almeno limitare la corrosione di questo metallo non si sono dimostrati efficaci a lungo, e le tecniche disponibili sono molto costose o impiegano composti chimici tossici.

    Il recente articolo della ricercatrice spagnola Pilar Herrasti, pubblicato su Electrochimica Acta, descrive invece la nuova tecnica e l’esperimento che ha coinvolto proprio il rame:  conducendo una reazione di ossidazione in una soluzione di pirrolo (un composto organico aromatico che si trova in natura, per esempio nella clorofilla) gli scienziati hanno prima lasciato che si formasse uno strato di ossido di rame, sopra il quale hanno depositato il polimero protettivo. In breve, il metallo è stato ricoperto con un materiale plastico in grado però di condurre elettricità esattamente quanto il rame. Creare sinteticamente polimeri di questo genere non è complicato, spiegano i ricercatori, e il processo di elettrodeposizione può essere modificato per aumentarne o diminuirne la conduttività. L’efficienza del sistema dipende dalla possibilità di mantenere “ridotto” lo strato protettivo (la riduzione è la reazione chimica opposta all’ossidazione) e dal minimizzarne la porosità.

    Il polimero depositato sul rame è stato infine testato immergendolo in una soluzione di cloruro di sodio, per simulare l’ambiente marino, uno dei più corrosivi. La sottile pellicola polimerica ha dimostrato di resistere a questo difficile ambiente per almeno un mese. (m.r.)

    LASCIA UN COMMENTO

    Please enter your comment!
    Please enter your name here