Prepair, 17 milioni contro l’inquinamento nel bacino padano

Credit: Alessandro Vecchi
Credit: Alessandro Vecchi

(Prepair) – Il 40% della popolazione italiana – oltre 23 milioni di persone – risiede nelle regioni che compongono la Pianura Padana e in quest’area viene prodotto oltre il 50% del PIL nazionale. Da ciò deriva un elevato impatto emissivo del bacino padano che produce il 50% delle emissioni nazionali di tutti gli inquinanti e, nel caso dell’ammoniaca, la percentuale sale addirittura al 70%.

A causa della conformazione orografica del bacino padano, le misure applicate in una sola regione sono poco efficaci: dopo un altro inverno “rosso” per gli incessanti allarmi smog, e l’ennesimo richiamo da parte di Bruxelles per l’Italia sui valori dei contaminanti atmosferici, ora 18 realtà istituzionali, e non, di quest’area si sono unite per mettere in campo una strategia che affronti dal basso e in maniera coordinata il problema dell’inquinamento atmosferico, educando, informando e formando. È questa la finalità del progetto europeo Prepair: promuovere stili di vita, di produzione e di consumo più sostenibili, cioè capaci di incidere sulla riduzione delle emissioni. Per farlo, saranno realizzate specifiche azioni di sensibilizzazione e divulgazione rivolte ad operatori pubblici, privati e alle comunità locali.

La conferenza “Government policies on air quality and climate change” che si è tenuta a Bologna l’8 e il 9 giugno presso la sede della Regione Emilia-Romagna (Viale della Fiera, 8, Sala “20 Maggio”), ha avuto come oggetto le politiche sulla qualità dell’aria e sul cambiamento climatico attuate a livello europeo, nazionale e nei territori del bacino padano.

Nell’elaborare il progetto i partner sono partiti da una chiara consapevolezza: l’aria non ha confini. L’esperienza degli ultimi quindici anni dimostra infatti che solo misure integrate e di area vasta permettono di raggiungere risultati più efficaci. Prepair trova le sue origini proprio in questo percorso: si tratta di un progetto strategico e di ampio respiro da più punti di vista: non solo per la dimensione territoriale estesa a tutta l’area del bacino del Po e al territorio sloveno, ma anche per la dimensione economica e per quella temporale, dal momento che si svilupperà fino al gennaio 2024.

A disposizione ci sono 17 milioni di euro da investire nell’arco di 7 anni: ben 10 quelli in arrivo dall’Europa grazie ai fondi del Programma Life, a dimostrazione di quanto sia fondamentale il supporto delle istituzioni comunitarie nel dar vita a politiche innovative e di largo respiro, sempre più orientate alla sostenibilità, alla tutela dell’ambiente e della salute.

Le Regioni Emilia-Romagna, capofila del progetto, Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia e la Provincia di Trento, insieme ai tre principali Comuni di quest’area – Milano, Torino e Bologna – e alle agenzie ambientali, ora lavorano insieme per sostenere il percorso che dovrà portare al pieno rispetto degli standard comunitari. L’iniziativa – che coinvolge anche l’Agenzia per l’ambiente della Slovenia – avrà durata settennale e si concluderà quindi nel 2024. Il progetto Prepair è un progetto “integrato”, in quanto in grado di mobilitare oltre 850 mln di euro provenienti dai fondi strutturali dei diversi partner e che hanno direttamente o indirettamente ricadute sulla qualità dell’aria.

Dai trasporti all’agricoltura, i campi di intervento di Prepair

L’elevata densità della popolazione e l’intensità del tessuto produttivo del bacino padano comportano un’alta concentrazione di fonti di emissioni di inquinanti. L’urbanizzazione diffusa e il particolare modello di sviluppo economico basato su piccole e medie imprese determinano una grande necessità di mobilità, che si riflette nelle emissioni inquinanti dovute al traffico veicolare – responsabile del 50% delle emissioni di ossidi di azoto – e agli impianti di riscaldamento: circa un terzo delle emissioni di PM10 è prodotto dalla combustione di biomassa per uso civile. I processi industriali, pur essendo sottoposti a rigide normative ambientali, comportano l’emissione in atmosfera di una grande varietà di composti chimici. Anche agricoltura e allevamento contribuiscono all’inquinamento atmosferico attraverso l’emissione di rilevanti quantità di ammoniaca e metano, che sono rispettivamente un precursore degli inquinanti secondari e un potente gas serra.

Trasporti, gestione razionale dell’energia, riscaldamento domestico e agricoltura: sono proprio questi i campi di intervento individuati per sperimentare azioni di miglioramento della qualità dell’aria a partire dal bacino padano. Tra gli interventi concreti che saranno portati avanti dal progetto Prepair, c’è la realizzazione di una piattaforma permanente per la condivisione dei dati, il monitoraggio e la valutazione della qualità dell’aria nel bacino padano, comprensiva anche degli effetti dell’inquinamento transfrontaliero Italia-Slovenia. Nel settore agricoltura, il programma individua lo sviluppo di uno strumento comune di valutazione delle misure per ridurre le emissioni degli allevamenti; è prevista, inoltre, la diffusione delle buone pratiche per l’utilizzo dei fertilizzanti, anche attraverso l’elaborazione di un sistema di assistenza agli agricoltori per limitare lo spandimento nei periodi a maggior rischio di accumulo di inquinanti in atmosfera. Ancora, specifiche azioni di formazione sono indirizzate ai professionisti del settore per la progettazione, la manutenzione e il controllo degli impianti di produzione di energia a biomassa; altre riguardano il risparmio energetico e sono destinate a enti locali, operatori economici e cittadini. Nel campo dei trasporti, si mira ad elaborare strumenti comuni per supportare la mobilità pubblica, elettrica e ciclabile, oltre alla gestione razionale delle merci, anche attraverso l’adozione di azioni pilota e dimostrative.

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