Primi successi contro il Parkinson

Successo della clonazione terapeutica nei topi. I ricercatori dello Sloan-Kettering Institute di New York, guidati dal neuro-scienziato Lorenz Studer, hanno trattato delle cavie malate di Parkinson con il trapianto di staminali embrionali ottenute da cellule della pelle degli stessi roditori malati. L’esperimento, illustrato su Nature Medicine, non solo non ha registrato casi di rigetto, ma ha anche determinato notevoli miglioramenti clinici nell’evoluzione della patologia.

Il gruppo di Studer – dopo avere provocato delle lesioni nel cervello dei topi, tali da determinare gli stessi effetti del morbo di Parkinson – ha trasferito i nuclei delle cellule epidermiche della coda all’interno di cellule uovo murine “svuotate” del proprio nucleo, attraverso la tecnica nota come clonazione terapeutica (o Scnt, Somatic Cell Nuclear Transfer). Le cellule clonate, coltivate, si sono poi sviluppate in blastocisti. I ricercatori hanno così generato 187 linee di cellule staminali embrionali da 24 topi diversi, la maggior parte delle quali successivamente differenziate in neuroni in grado di produrre dopamina.

Nei topi trattati, le nuove cellule hanno sostituito efficacemente quelle malate, consentendo un incremento significativo della capacità delle cavie di controllare i movimenti delle zampe. Un successo riscontrato solo in caso di corrispondenza genetica tra i neuroni trapiantati e la cavia: in caso contrario, infatti, l’esperimento si è concluso col rigetto. La sperimentazione, pur segnando un importante punto a favore della clonazione terapeutica, sarà limitata solo allo studio dei roditori: “Restano ancora molte difficoltà da risolvere per quanto riguarda l’essere umano”, sostiene Studer, “a partire dai problemi di ordine etico”. (l.s.)

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