Proteine in orbita

Sulla Terra pesa circa un chilo, ma da quando è approdata sulla Iss, la Stazione Spaziale Internazionale, non pesa assolutamente nulla. E’ una piccola scatola progettata e costruita dai ricercatori dell’Università di Granada, in Spagna, che aiuterà gli scienziati a capire meglio la struttura molecolare delle proteine. La tecnica usata finora per questo tipo di indagini è la cristallografia a raggi X: si irradiano molecole proteiche con raggi X in modo da generare delle “ombre” che vengono poi raccolte su una lastra fotografica. Per far questo però le molecole studiate devono essere sotto forma di cristalli, con risoluzione tanto più alta quanto più i cristalli sono grandi e regolari. E qui entra in gioco l’esperimento condotto sulla Iss, e finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea. È in assenza di peso infatti che si raggiungono le condizioni ottimali per la formazione di cristalli perfetti, senza che la forza di gravità generi asimmetrie o ne limiti le dimensioni. Esperimenti di questo tipo sono già stati condotti nello spazio, ma senza ottenere i risultati sperati. Ma l’équipe di Granada è fiduciosa: questa volta nella scatola ci saranno tubi capillari che conterranno soluzioni sature di sali e delle macromolecole proteiche. Questa tecnica, che sulla Terra è inapplicabile, si sta sperimentando per la prima volta nello spazio. Per vedere l’esito finale dell’esperimento bisognerà attendere la fine di ottobre, quando i tubi capillari faranno ritorno a casa. (e.g.)

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