Provaci ancora, Cryosat

Ricostruire il satellite dei ghiacci in meno di tre anni. È il progetto dell’Agenzia spaziale europea (Esa), il cui obiettivo è il recupero della fallita missione Cryosat, andato perduto subito dopo il lancio nell’ottobre 2005. Cryosat-2, come il suo predecessore, avrà il compito di studiare lo spessore e l’estensione dei ghiacci al Polo Nord. Sarà in grado di misurare le fluttuazioni dello spessore della calotta sia sulle terre emerse che all’interno del mare, fornendo evidenze sul come e quanto velocemente il clima globale stia realmente cambiando e influenzando lo scioglimento dei ghiacci polari.

A Cryosat-2, il cui lancio è programmato per il 2009, saranno apportati numerosi miglioramenti rispetto al progetto originale. Tra queste spicca il Sar/Interferometric Radar Altimeter (Siral). Siral è un altimetro radar talmente sofisticato da essere in grado sia di misurare lo spessore del ghiaccio galleggiante, sia di osservare la superficie di vaste lastre di ghiaccio in maniera talmente accurata da rilevare piccolissime variazioni. I dati ottenuti nello spazio saranno poi completati con rilevamenti eseguiti a terra. In particolare la spedizione polare artica vedrà impegnati due esploratori belgi nell’attraversamento dell’Artico su un percorso mai esplorato prima per compiere rilevamenti periodici sulla profondità della neve.

Mai come oggi lo studio dell’evoluzione climatica del nostro pianeta occupa una posizione di primaria importanza nella ricerca scientifica e nell’agenda politica. Numerose, ancora, le domande aperte: a che velocità si stanno sciogliendo i ghiacci ai Poli? quali le principali cause? cosa possiamo fare per arrestare il riscaldamento globale ed evitare danni ulteriori all’ambiente? Si spera che Cryosat-2 saprà fornire le risposte. (ma.ma.)

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