Quando il canguro camminava (e non saltava)

I canguri? Postura quasi eretta e solo due arti per camminare. No, non ci siamo sbagliati: prima ancora di imparare a saltare i canguri avrebbero camminato, in modo non molto diverso da quanto non facciano gli esseri umani. A farlo sarebbero stati gli Stenurini, una famiglia di canguri ormai estinta, secondo quanto ipotizzato da un gruppo di ricercatori della Brown University di Providence, Rhode Island, che ha pubblicato i risultati del proprio studio su Plos One.

I canguri moderni, come quelli grigi e quelli rossi dell’Australia, generalmente saltano, specialmente quando si muovono ad alta velocità; invece, per gli spostamenti più lenti, utilizzano tutte e quattro le zampe aiutandosi con la coda robusta, usata come un quinto arto. Al contrario, secondo quando ipotizzato dagli scienziati, gli Stenurini non erano in grado di muoversi in questo modo.

Effettuando infatti biomeccaniche sulle ossa di questi antichi animali e di altre specie di canguri, sia estinte che viventi, gli scienziati hanno scoperto molteplici differenze nella struttura corporea. In particolare, i canguri del passato non erano in grado di mantenersi su quattro zampe perché gli arti anteriori non erano adatti a sostenere il peso corporeo e la coda non era abbastanza robusta. Soprattutto gli esemplari più grandi erano ancor meno capaci di saltare perché la loro colonna vertebrale era poco flessibile e inadatta a fornire la giusta spinta.

I ricercatori hanno anche scoperto che il meccanismo con cui questi animali si muovevano era molto simile a quello degli esseri umani. Mentre i canguri odierni distribuiscono spesso il loro peso su entrambi gli arti posteriori contemporaneamente, gli Stenurini, avendo caviglie più resistenti, erano probabilmente in grado di concentrarlo su una zampa alla volta. Questo grazie anche a un bacino e a ginocchia più ampie e quindi a muscoli posteriori più robusti.

Riferimenti: Plos One Doi: 10.1371/journal.pone.0109888 

Credits immagine:  Janis et al. CC

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here