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Quando l’insalata è peggio dell’hamburger

È tempo di rivalsa per gli amanti del fast food. Se è vero infatti che mangiare hamburger e patatine non fa certo bene alla salute, un nemico ben più insidioso si nasconde anche sulle tavole di salutisti e vegetariani: l’insalata. E’ questa, almeno, l’opinione di Hugh Pennington, professore emerito di batteriologia all’università scozzese di Aberdeen, esperto di sicurezza alimentare. La sua provocazione è apparsa sul Sunday Telegraph.

Nonostante la sua fama di cibo sano per eccellenza, gli esperti ritengono in realtà che l’insalata sia uno dei cibi che causano più spesso problemi per la salute. La colpa sarebbe di batteri e altri microorganismi, difficili da rimuovere dai vegetali quando vengono consumati crudi.

Negli ultimi tempi sono ben due i casi che hanno portato allo scoperto questi pericoli. Uno studio dell’Health Protection Agency inglese ha infatti analizzato di recente un’epidemia di Cryptosporidium (un microorganismo patogeno) che ha colpito circa 300 persone tra l’Inghilterra e la Scozia, scoprendo che a diffondere il microbo era stata proprio una partita di insalata contaminata. Sull’altra sponda dell’Oceano invece, il gigante del mercato agroalimentare Dole ha dovuto ritirare le sue buste di insalata già lavata dal commercio in 10 Stati Usa, dopo che il Dipartimento della Salute del Tennessee ha trovato al loro interno campioni di Listeria, un batterio molto pericoloso.

Per essere certi di distruggere i patogeni che possono contaminare l’insalata, spiega Pennington, lavarla con l’acqua infatti non basta, servono temperature molto alte o detergenti con un alto potere antibatterico, soluzioni che non sono praticabili nel caso di verdure che devono essere consumate crude. “La verità è che in molti casi è più salutare mangiare un hamburger piuttosto che l’insalata che lo accompagna”, arriva a dichiarare Pennington: “nonostante i recenti scandali sulla carne di cavallo, l’origine della carne può normalmente essere tracciata, un processo che ne garantisce la qualità. Lo stesso non si può dire dell’insalata”.

L’unico sistema per rendere sicura al 100% l’insalata sarebbe sterilizzarla con radiazioni, come viene fatto nel caso dei dispositivi medici, ma secondo il professore di Aberdeen questa sarebbe una pessima pubblicità per il prodotto. L’insalata che viene venduta nei supermercati è invece sottoposta a bagni di sostanze chimiche che dovrebbero liberarla dalla presenza di possibili microorganismi patogeni, ma secondo il professore queste procedure spesso non sono sufficienti: “Cryptosporidium, salmonella e listeria sono un pericolo piuttosto reale. Per questo consiglio a tutti di lavare con estrema cura l’insalata prima di mangiarla, anche quando le confezioni dichiarano che è già stata lavata”.

Credits immagine: Jackie L Chan/Flickr

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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