Categorie: Vita

Quanto ci capiscono i cani?

Capita a chiunque abbia un cane di scambiare quattro chiacchiere con il proprio amico a quattro zampe. Ma quanto di quello che diciamo è davvero compreso da Fido? Secondo uno studio dell’Università del Sussex, pubblicato su Current Biology, i cani sarebbero in grado di differenziare ed elaborare le varie componenti della voce umana, come il tono dell’interlocutore, usando diverse aree del loro cervello. In altre parole, ascoltano attentamente le informazioni vocali che trasmettiamo loro.

Precedenti studi avevano già mostrato che gli emisferi cerebrali dei cani rispondono in maniera specifica ai suoni emessi dai loro simili. I ricercatori inglesi hanno quindi voluto stabilire se lo stesso meccanismo interviene anche quando è l’essere umano a parlare, facendo ascoltare agli animali delle registrazioni in modo tale che fossero percepite da entrambe le orecchie.  “Se un emisfero è più specializzato nel processare certe informazioni sonore, quella informazione è percepita come se venisse dall’orecchio opposto”, spiega Victoria Ratcliffe, autrice della ricerca. In questo caso, quando i cani ascoltavano un comando familiare, si voltavano verso destra, mostrando quindi una predominanza dell’emisfero sinistro nel gestire informazioni con un significato. Viceversa, enfatizzando l’intonazione a scapito della componente linguistica si giravano a sinistra. “Questo è particolarmente interessante perché suggerisce che nei cani l’elaborazione delle componenti del linguaggio nei due emisferi si svolge in una maniera molto simile a quella del cervello umano”, commenta David Reby, che ha supervisionato lo studio.

Questo non significa che i cani riescano a comprendere tutti i nostri discorsi, ma suggerisce che prestino attenzione a quello che diciamo e a come lo diciamo. “Anche se dal nostro studio non possiamo dire quanto o in che modo i cani capiscano le informazioni linguistiche”, conclude Ratcliffe, “possiamo dire che reagiscono sia alle informazioni verbali che a quelle relative all’interlocutore e che queste componenti sembrano essere elaborate in diverse aree del cervello del cane”.

Riferimenti: Current Biology doi:10.1016/j.cub.2014.10.030

Credits immagine: Viola/Flickr CC

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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