ORLANDO – Che sia colpa sua, ormai è assodato: il colesterolo LDL, quello cattivo, è considerato da tempo uno dei maggiori fattori alla base di malattie cardiovascolari come ictus o cardiopatia ischemica, che fanno quasi cinque milioni di morti ogni anno nel mondo. Ma quando si parla di colesterolo alto, non tutti i pazienti sono uguali. In cima alla piramide del rischio ci sono infatti gli individui che per vari motivi non ricavano sufficienti benefici dalle terapie tradizionalmente usate per ridurre i livelli di colesterolo LDL nel sangue: statine e altri farmaci ipolipemizzanti come l’ezetimibe, che vanno sempre aggiunti alle indicazioni sui corretti stili di vita e a una sana alimentazione.
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