Greenpeace torna in azione. E questa volta lo fa a Livorno, dove ieri ha bloccato le operazioni di smaltimento in mare dei fanghi rimossi dai fondali del porto della città toscana. Nove attivisti hanno occupato la draga nella darsena, la parte più interna del porto. L’organizzazione ecologista ha deciso di entrare in azione dopo aver analizzato campioni di sedimenti raccolti nella zona adiacente all’area portuale. Gli esami hanno infatti rilevato una presenza massiccia di tributilstagno (Tbt), uno dei composti più tossici prodotti dall’uomo e utilizzato nelle vernici antivegetative. “Oltre all’impatto visibile che queste operazioni stanno causando sugli ecosistemi marini”, ha dichiarato Domitilla Senni, direttore di Greenpeace Italia, “la contaminazione da Tbt aggiunge una altro grave pericolo per gli organismi marini che nel medio e lungo termine possono subire un calo delle capacità riproduttive. Il rischio si estenderebbe anche all’uomo qualora consumasse organismi contaminati”. Secondo gli ambientalisti, i fanghi tossici starebbero decimando intere popolazioni di spugne, gorgonie e coralli. E i danni potrebbero rivelarsi ancora maggiori se si pensa che la area marina livornese fa parte del Santuario dei Cetacei, l’area protetta di recente istituzione per i mammiferi marini. (f.f.)
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