Quei metalli in fondo al lago

La storia estrattiva dei giacimenti di metalli di una delle regioni della Cina è scritta sul fondo di un lago. E a leggerla sono stati i geochimici della Hong Kong Polytechnic University, della China University of Geosciences e della Chinese Academy of Sciences, che stanno cercando di gettare luce su ben settemila anni di estrazione e utilizzo dei metalli nel paese.

La ricerca, in uscita a luglio su ACS – Enviromental Science & Technology, collega l’evoluzione del livello di inquinamento atmosferico di alcuni significativi periodi di sviluppo industriale e militare cinese. Infatti, sulla base dell’analisi al radiocarbonio dei sedimenti del  Lago Liangzhi, nella provincia di Hubei (Cina centrale), Xiang-Dong LIng e colleghi hanno ricostruito l’andamento dei depositi dei metalli, trovando che l’estrazione di rame, nichel, zinco e piombo e, quindi le loro concentrazioni nell’atmosfera, cominciarono a crescere dai tremila anni fa in poi.

Il Lago Liangzhi, che si trova in una regione molto importante per lo sviluppo economico-sociale della civiltà cinese, è caratterizzato da scarsi ricambi d’acqua e pertanto rappresenta un sito ideale per studiate i cambiamenti ecologici e gli effetti degli interventi dell’essere umano nel tempo. I ricercatori hanno costatato che durante la tarda Età del Bronzo (dal 475 a.C. al 220 d.C), periodo caratterizzato dal susseguirsi di numerose guerre, l’utilizzo del rame e il piombo incrementò rispettivamente del 36 e dell’82 per cento. I due metalli, infatti, venivano impiegati su larga scala per la forgiatura delle armi. I sedimenti mostrano le “oscillazioni” del loro impiego da tremila anni fa fino all’età moderna. Secondo i ricercatori, lo studio della loro concentrazione riflette i cambiamenti ambientali derivanti dalla passata attività estrattiva umana, apportando nuovi elementi tanto agli studi storici, quanto a quelli di ecologia. (e.r.)

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