Una cometa responsabile del crollo dell’Impero romano: è questa l’ipotesi illustrata da Mike Baillie, della Queen’s University di Belfast nel corso del convegno dell’Associazione per lo sviluppo delle scienze svoltosi nei giorni scorsi nella capitale irlandese. Secondo Baillie nel 540 d.C. si sarebbe verificata un’improvvisa diminuzione della temperatura terrestre, accompagnata da carestie e pestilenze. E ciò avrebbe messo in ginocchio l’economia dell’Impero. Lo studioso basa la sua ipotesi su alcune analisi condotte sulla vegetazione dei paesi nordici – Germania, Scandinavia, Siberia e Nord America – che sembrerebbero convalidare l’ipotesi del raffreddamento del clima. Questa variazione, suggerisce Baillie, potrebbe essere stata conseguenza della caduta sulla Terra di un gigantesco frammento di cometa. Non mancano ovviamente le contestazioni da parte degli storici: la crisi dell’Impero romano infatti sarebbe cominciata già nel 476 d.C. Ma Baillie replica: “Le carestie e le pestilenze furono il vero colpo di grazia”. (f.g)
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