C’è un luogo, al centro dell’Oceano Atlantico, che più di altri potrebbe essere il candidato ideale al titolo di “culla della vita” sulla Terra. Scoperto casualmente nel Duemila, è stato battezzato “Lost City”, e il suo nome è suggestivo quanto la sua vista. Si tratta di un sito di camini idrotermali sottomarini alti fino a 30 metri, a quasi un chilometro sotto il livello del mare. Qui le molecole fondamentali per la vita, gli idrocarburi, si formano a un ritmo mai osservato in nessuno dei black smoker (i camini neri, le classiche sorgenti idrotermali che si sviluppano sui fondali oceanici).
Le molecole organiche, composte prevalentemente da atomi di idrogeno e carbonio, sono alla base di tutti gli organismi terrestri (la parete cellulare, per esempio, è costituita in maniera preponderante da catene di derivati di idrocarburi). Nella Città perduta, queste molecole si originano dalla semplice interazione tra l’acqua del mare e l’anidride carbonica intrappolata nelle rocce carbonatiche sommerse. Secondo Giora Proskurowski dell’Università di Washington e Deborah Kelley della Woods Hole Oceanographic Institution, la quantità di molecole di idrocarburi che si formerebbe in questo luogo sarebbe da dieci a cento volte superiore rispetto a quella che si forma dai camini neri, dalla reazione tra i vapori che salgono dal fondale e l’acqua.
Le strutture sommerse della Città perduta sono formate da carbonati allo stato quasi puro che, a contatto con l’acqua, originano idrocarburi in modo molto efficiente, dando luogo a molecole di acetato, formato, idrogeno e fluidi alcalini. La ricerca, pubblicata su Science, esclude che il carbonio provenga da altri organismi o dall’atmosfera: secondo le autrici, il fatto di aver scoperto che queste molecole nascono da sorgenti non biologiche ci può aiutare a capire come sia nata la vita sul nostro pianeta. (s.m.)