Questo bidone è un laboratorio

A prima vista potrebbe sembrare un semplice bidone alla deriva in mezzo all’oceano. Ma basta guardare con più attenzione per scoprire un vero e proprio laboratorio automatico per l’analisi delle acque. Lo ha realizzato un team coordinato da Chris Scholin, presidente ed amministratore dellIstituto di Ricerca dell’Acquario della baia di Monterey in California (Mbari). Questo “bidone-laboratorio”, il cui nome ufficiale è Environmental Sample Processor (Esp) è stato presentato recentemente sul portale della National Science Foundation (Nsf) statunitense .

Fra i principali punti di forza di Esp vi è sicuramente la capacità di compiere analisi in situ, evitando ai ricercatori di rientrare in laboratorio dopo aver raccolto i campioni. Il cuore di ESP è infatti un sofisticato laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche. Quando viene rilasciato in mare, il dispositivo può prelevare campioni di acqua grazie ad apposite siringhe e filtrarli per separare particelle di varie dimensioni. Inoltre, grazie a sofisticate tecniche di analisi molecolare, può evidenziare la presenza di microorganismi, tossine e persino compiere semplici analisi del Dna.

Un altro grande vantaggio di questo mini laboratorio è la lunga autonomia: “Esp ha delle batterie che durano da 30 a 45 giorni, ma il nostro obiettivo è realizzare qualcosa che possa operare per sei mesi”, ha spiegato Jim Birch, direttore del Centro di ricerca per i sensori sottomarini. Secondo i ricercatori, i mari potrebbero presto essere monitorati da una fitta rete di questi dispositivi, pronti a indicarci lo stato di salute delle acque e il loro grado di inquinamento. Si potrebbe così rilevare tempestivamente la presenza di salmonella negli allevamenti ittici, salvaguardando anche la qualità del pesce che arriva sulle nostre tavole. 

Anche ora le potenziali applicazioni sono innumerevoli, come ha illustrato Scholin: “Potrebbe essere stare in un centro di distribuzione dell’acqua, sulle spiagge o nel retro di un camioncino di un ispettore deputato al controllo della qualità dell’acqua”. I ricercatori del centro MBARI stanno già lavorando per il trasferimento di queta tecnologia a società no-profit e ad agenzie non governative, e nel frattempo sono al lavoro per realizzare il successore di questo “bidone-laboratorio”, che potrà persino navigare autonomamente, vigilando come un’infaticabile sentinella sulla salute del mare.

Riferimenti: Nsf

 

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