Siamo sempre più in debito col pianeta. Ognuno di noi deve alla Terra risorse per un’area di 0,6 ettari. Questa l’opinione del Living Planet Report, valutazione dello stato del pianeta realizzata dal Wwf, eseguita in collaborazione con la Zoological Society of London e il Global Footprint Network.
Globalmente stiamo chiedendo all’ambiente molto più di quanto questo possa garantirci a causa dell’incremento demografico e dell’aumento nei consumi individuali. Il deficit a livello mondiale deriva da un semplice principio: rispetto alle risorse che hanno a disposizione nel loro territorio (la biocapacità), molti paesi consumano molto di più di quanto potrebbero (l’impronta ecologica), ricorrendo a risorse esterne. Le nazioni che maggiormente “spremono” il pianeta sono gli Stati Uniti e la Cina, che insieme sfruttano il 42 per cento delle risorse globali. Gli americani, infatti, vivono come se potessero contare sulle risorse di quasi cinque pianeti. Il Congo consuma pochissimo rispetto alle sue risorse, mentre il nostro paese occupa il ventiquattresimo posto della “classifica dei debitori” – con un deficit di 3,5 ettari pro capite. A questo si aggiungono la diminuzione della biodiversità (di circa il 30 per cento in meno rispetto al 1970) e l’aumento nei consumi di acqua: almeno 50 sono i paesi che, attualmente, stanno affrontando crisi idriche. Proprio l’Italia si rivela, con più di duemila metri cubi annui a testa, il quarto consumatore mondiale di risorse idriche, dietro a Usa, Grecia e Malesia.
“Se la nostra pressione sulla Terra continuerà a crescere ai ritmi attuali”, afferma James Leape, direttore di Wwf International, “intorno al 2035 potremmo avere bisogno di un altro pianeta per poter mantenere gli stessi stili di vita”. Ma, secondo il rapporto, la rotta si può ancora invertire promuovendo azioni mirate all’efficienza, all’uso delle risorse rinnovabili e alle tecnologie a basse emissioni. (a.g.)
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