Ricordi dell’aldilà

L’esperienza classica è la visione di un tunnel con una luce bianca sul fondo, ma anche un senso di distacco dal corpo e l’incontro con parenti defunti. Ecco cosa può vedere chi vive un’esperienza in prossimità della morte (Nde), cioè uno stadio di incoscienza successivo a un arresto cardiaco. Per la prima volta un gruppo di ricercatori olandesi dell’Hospital Rijnstate di Arnhem ha studiato questo fenomeno. Per l’indagine, coordinata dal Pim van Lommel e pubblicata su The Lancet , sono state esaminate 344 persone, ricoverate in dieci diversi ospedali del Paese e rianimate attraverso la stimolazione cardiaca. I ricercatori hanno confrontato i dati farmacologici, demografici, medici e psicologici di ciascun paziente che aveva avuto un’esperienza in prossimità della morte con quelli di chi, pur essendo nello stesso stato clinico, non ricordava nulla, a due anni di distanza dalla Nde e dopo otto anni. Così l’équipe di Pim van Lommel ha scoperto che 62 persone avevano vissuto “esperienze in prossimità della morte”, in 41 casi si trattava di “esperienze profonde”, vissute soprattutto da persone al di sotto dei 60 anni di età e da donne. Altre persone erano decedute dopo pochi giorni dal ritorno dal coma. Tra i sopravvissuti, molti di quelli che avevano vissuto una Nde avevano iniziato a credere nella vita ultraterrena e ad avere meno paura della morte. Tuttavia i ricercatori non sono riusciti a dare una spiegazione scientifica del fenomeno. (p.c.)

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