Categorie: Ambiente

Riscaldamento globale, la conferma degli scienziati

“È altamente probabile che l’influenza umana sia stata la causa domaninante del riscaldamento globale osservato a partire dalla metà del ventesimo secolo”. È quanto hanno dichiarato oggi, confermando le indiscrezioni di qualche giorno fa, gli esperti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), l’organizzazione che monitora l’evoluzione del clima sul nostro pianeta e ne riporta le conclusioni ai rappresentanti dei governi di tutto il mondo. I climatologi si trovano in seduta plenaria a Stoccolma e il documento presentato oggi alla stampa è la prima parte del loro quinto rapporto, la cui pubblicazione completa è prevista per ottobre 2014.

Lo studio, cui hanno partecipato anche tre ricercatori italiani del Cnr, Maria Cristina Facchini, Sandro Fuzzi e Susanna Corti, parla piuttosto chiaro: “Il nuovo rapporto conferma le tendenze sui cambiamenti climatici in atto”, spiega Facchini. “In particolare, l’aumento della temperatura dell’atmosfera e degli oceani, l’incremento del livello del mare e la diminuzione dell’estensione e del volumen del ghiaccio terrestre riscontrati sin dal 1950. Molti di questi fenomeni non hanno precedenti su una scala temporale che va dalle decine di anni ai millenni”. C’è poco da stare tranquilli, dunque. Anche perché le previsioni per il futuro sono tutt’altro che rosee: “La continua emissione di gas serra causerà un riscaldamento ulteriore”, mette in guardia Thomas Stocker, co-direttore del gruppo di lavoro, “e modifiche in tutte le componenti del sistema climatico. Per limitare il cambiamento climatico saranno necessarie riduzioni sostanziali e sostenibili dell’emissione di gas serra”.

Ecco qualche dato. Ciascuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo dei precedenti, e il primo decennio del ventunesimo secolo è stato il più caldo dal 1850. Dall’inizio del ventesimo secolo, la tempertura media del pianeta è cresciuta di 0,89 °C e i mari si sono innalzati di 19 cm. Tutto per colpa dell’anidride carbonica, la cui concentrazione è aumentata del 20% rispetto al 1958 e del 40% rispetto al 1750, all’inizio della rivoluzione industriale.“È probabile al 95%-100% che le attività antropiche, l’uso dei combustibili fossili e la deforestazione abbiano causato più della metà dell’aumento di temperatura osservato, che a sua volta ha causato il riscaldamento degli oceani, lo scioglimento dei ghiacci, l’acidificazione dgli oceani, l’innalzamento dei mari e l’intensificarsi di alcuni fenomeni estremi nella seconda metà del ventesimo secolo”, spiega Sandro Fuzzi.

L’aumento di temperatura entro la fine del ventunesimo secolo, con ogni probabilità, sarà di almeno un grado e mezzo rispetto al periodo 1850-1900, secondo la stima più ottimistica. Ma potrebbe arivare anche a due gradi. Le ondate di riscaldamento, come le definisce Stocker, saranno più frequenti e dureranno di più. Alcune delle zone attualmente umide diventeranno più piovose, e le zone aride lo saranno ancora di più, “anche se ci sarà qualche eccezione”, prosegue Stocker. Queste proiezioni si basano su quattro possibili scenari di emissioni di gas serra e coprono una vasta gamma di possibili futuri, tutti piuttosto negativi per il nostro pianeta. Il fattore dominante, secondo gli scienziati, è l’acqua: “Dal momento che gli oceani si riscaldano e i ghiacciai si sciolgono, il livello del mare continuerà a salire, a velocità più alta di quanto successo negli ultimi 40 anni”, sostiene Qin Dahe, un altro co-direttore dell’équipe. La maggior parte dell’energia del sistema climatico, spiegano gli scienziati, si riversa proprio nel riscaldamento degli oceani, che contiene il 90% dell’energia accumulata tra il 1971 e il 2010. Ora, in attesa delle altre due parti dello studio (che verranno rese note rispettivamente a marzo e aprile 2014), la patata bollente – è il caso di dirlo – passa ai politici. Speriamo abbiano recepito il messaggio.

Via: Wired.it

Credits immagine: woodleywonderwork/Flickr

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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