Riserve marine, protezione per i coralli

Le barriere coralline hanno dalla loro parte un inaspettato alleato: le riserve marine. Contrariamente a quanto si riteneva, infatti, il ritorno dei grandi pesci predatori nelle aree protette non altera il delicato equilibrio dell’ecosistema corallino. I piccoli pesci che abitualmente popolano la barriera, tra cui i pesci pappagallo, rivestono un ruolo essenziale nella protezione dei coralli stessi, in quanto “brulicando” su di essi svolgono una vera e propria pulitura dalle alghe infestanti. I timori per la salvaguardia dell’habitat riguardavano il ritorno di pesci di taglia maggiore, predatori dei pesci pappagallo, potenzialmente deleteri per la sopravvivenza della barriera stessa. La teoria è ora stata contraddetta da uno studio pubblicato su Science dai ricercatori della Exter University (Gb), svoltosi nella riserva marina Exuma Cays, nelle Bahamas. Dichiarata da oltre 20 anni a divieto di pesca, la riserva ha registrato il ritorno dei pesci predatori, soprattutto le cernie di Nassau. Il monitoraggio dei ricercatori marini ha permesso di rilevare che le cernie non si cibano di tutti i tipi di pesci pappagallo, ma solo delle specie più piccole. Al contrario, quelli di dimensioni superiori ai 25 cm sono in grado di sfuggire ai predatori, e sono proprio questi a contribuire maggiormente alla pulitura dalle alghe della barriera corallina. Come commenta Peter Mumby, autore dello studio, “per la prima volta è stato dimostrato che il ripopolamento di una riserva marina può ridurre la presenza delle alghe infestanti nella barriera, aumentando la capacità di autorigenerazione dei coralli in caso di eventi catastrofici come uragani e tsunami, o di fenomeni come lo sbiancamento”. (a.p.)

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