Risollevare Venezia

Addio per sempre all’acqua alta. È l’obiettivo di una proposta per salvare Venezia avanzata da un gruppo di ingegneri geomeccanici dell’Università di Padova, coordinati da Giuseppe Gambolati. Gambolati e colleghi propongono di iniettare biossido di carbonio nel suolo sotto la laguna, in uno strato sabbioso racchiuso tra una superficie di argilla e una di roccia impermeabile. L’immissione costante di tale sostanza ad una grande profondità e per circa dieci anni consentirebbe un rialzamento regolare della città di Venezia, che le farebbe guadagnare fino a 30 centimetri in 10 anni. Il progetto, illustrato sull’ultimo numero della rivista Eos, potrebbe affiancare il Mose, il sistema di barriere mobili di cui è iniziata quest’anno la costruzione, e allungarne la vita. In caso di un significativo innalzamento del livello del mare, infatti, il Mose potrebbe rivelarsi inutile nel giro di 100 anni. Il consorzio Corila, che coordina le attività di ricerca sulla laguna e la città, ha annunciato che condurrà un accurato studio di fattibilità, con dettagliate analisi geologiche e geofisiche del fondale veneziano (fe.n.)

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