Saette e mutazioni

L’ingegneria genetica non è una nostra esclusiva: i batteri del suolo potrebbero essere un fenomeno del tutto naturale per i batteri del suolo, in particolare quando il terreno in cui questi microrganismi vivono viene colpito da un fulmine. È quanto hanno scoperto Hélène Cérémonie e collaboratori dell’Università di Lione in Francia, partendo dall’osservazione che in laboratorio i batteri vengono geneticamente trasformati per immersione in una miscela di cloruro di calcio o per esposizione a un leggero shock elettrico. Queste condizioni di stress causano una dilatazione dei pori presenti sulla membrana di rivestimento della cellula batterica che a sua volta consente l’ingresso di eventuali molecole di Dna presenti nel mezzo esterno. Ma se funziona lo shock elettrico, si sono chiesti i ricercatori, perché non dovrebbero funzionare anche i fulmini? Gli studiosi francesi hanno quindi trattato ceppi selvatici del batterio del suolo Pseudomonas e ceppi di laboratorio di Escherichia coli con fulmini artificiali, verificando che, dopo la scossa energetica, i batteri erano effettivamente in grado di “intrappolare” Dna estraneo. C’è di più: come riportato sulla rivista Applied and Environmental Microbiology i ricercatori hanno già isolato in natura due tipi di batteri del suolo “sensibili” ai fulmini. Si tratta, in entrambi i casi, di ceppi appartenenti al genere Pseudomonas. Se questo fenomeno si rivelasse diffuso potrebbe spiegare l’elevata diversità genetica tra i batteri e, quindi, la velocità con cui essi evolvono: non spiegabili in base alla frequenza con cui avviene lo scambio di materiale genetico in condizioni normali. (va.m.)

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