Scene di caccia al microscopio

Morso al fianco e divorato da un parente più grosso e dotato di una robusta dentatura. Succede al verme Caenorhabditis elegans in una drammatica sequenza catturata al microscopio dai ricercatori del Max Planck di Tübingen che studiano l’apparato boccale di un altro nematode, il Pristionchus Pacificus. Il quale, a dispetto del suo nome scientifico, in talune circostanze sviluppa caratteristiche da predatore.

Gli scienziati tedeschi hanno infatti scoperto che a determinare la morfologia della cavità orale in questo animale non sono i geni ma le condizioni ambientali sperimentate nel primo periodo di vita. Se Pristionchus Pacificus è abbastanza fortunato da avere a disposizione grandi quantità di batteri, sviluppa una bocca stretta con denti piccoli, quanto basta per mangiare i microbi. Quando, invece, questo cibo scarseggia e la competizione con i propri simili si fa dura, il nematode si trasforma in un temibile predatore: la sua bocca sviluppa dimensioni maggiori e denti robusti. Così il verme può attaccare e mangiare anche suoi simili, come il malcapitato Caenorhabditis elegans della sequenza video, che si contorce nel vano tentativo di sfuggire dalla morsa del famelico Pristionchus. (a.l.b.)

 

Riferimenti: 10.1038/nature09164

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