Categorie: Vita

Scimmie geneticamente modificate, su misura

Per alcuni il traguardo raggiunto dal team di Xingxu Huang, genetista del Model Animal Research Center della Nanjing University (Cina), che è riuscito a creare per la prima volta delle scimmie geneticamente modificate con mutazioni mirate, è un successo. Ovvero si tratta di un risultato che apre la strada allo studio di malattie complesse di interesse medico, come ParkinsonAlzheimer, in modelli animali più simili all’uomo di quanto siano i topi. Per altri però c’è anche il timore che la possibilità di ingegnerizzare e creare a piacimento  scimmie geneticamente modificate possa aumentarne il loro utilizzo in ricerca, con ripercussioni importanti sul già caldo tema della sperimentazione animale.

Ma come hanno raggiunto il loro risultato i ricercatori guidati da Huang? La tecnica da loro utilizzata per operare modifiche genetiche è quella nota come CRISPR/Cas 9: un metodo che permette di manipolare in modo mirato i genomi degli organismi viventi, giudicato da Science tra le migliori scoperte scientifiche del 2013. Una sorta di taglia e incolla del dna, come lo chiama il Guardian. Finora, come racconta Nature News, la tecnica non era mai stata usata con successo nelle scimmie, per le quali invece i metodi usati per indurre modifiche genetiche si basavano su vettori virali, efficaci nell’indurre mutazioni ma non controllabili nel sito genomico e nel numero.

Dopo aver provato la tecnica CRISPR su delle linee cellulari di scimmia, i ricercatori l’hanno trasferita su degli embrioni allo stadio di 180 cellule. Degli 83 impiantati, 10 hanno dato origine a gravidanze, una delle quali ha portato alla nascita di due scimmie (Macaca fascicularis) con mutazioni in due geni: Ppar-γ (coinvolto nel metabolismo) e Rag1 (coinvolto nel funzionamento del sistema immunitario), entrambi associati a malattie umane, sebbene non in combinazione.

Al momento quanto realizzato da Huang e colleghi – che devono ancora verificare che le alterazioni indotte siano presenti in tutte le cellule – è più una prova di come la tecnica CRISPR possa funzionare per indurre mutazioni mirate nei primati, e di come in futuro potrebbe essere utilizzata per produrre modelli con alterazioni multiple.

Via: Wired.it

Credits immagine: Sakurai Midori via Wikipedia

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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