Sclerosi multipla, un flavonoide per rigenerare la mielina

mielina

Arriva una nuova speranza contro la sclerosi multipla (e non solo). Pubblicata oggi sulla rivista Glia, la ricerca parla di un composto che aiuta a rigenerare la mielina, la guaina isolante che avvolge gli assoni, i prolungamenti che trasmettono i segnali da neurone a neurone. Una sostanza fondamentale per la trasmissione degli stimoli nervosi, tanto che il danno alla mielina è alla base di molte malattie neurologiche. La scoperta viene dalla Oregon Health & Science University, dove un gruppo di ricercatori coordinati dal neuroscienziato Larry Sherman ha già iniziato le prime verifiche sperimentali. L’obiettivo, per il momento, è quello di testare il composto sui macachi, che sviluppano spontaneamente una malattia simile alla sclerosi multipla nell’uomo.

Troppo acido ialuronico nel cervello

Ma per arrivare a questo punto ci sono voluti più di 10 anni. Era il 2005 quando il laboratorio di Sherman fece una scoperta singolare: nel cervello dei pazienti affetti da sclerosi multipla c’era un accumulo di acido ialuronico. E questa molecola fu subito associata a una riduzione della funzionalità degli oligodendrociti, le cellule che producono mielina.

La mielina, in realtà, non è altro che la membrana plasmatica di queste cellule, che si allunga e si avvolge a spirale intorno alle fibre nervose. La sua particolarità è quella di contenere molti grassi, che hanno una funzione isolante e consentono al segnale elettrico di propagarsi più rapidamente che in sua assenza. Danni alla guaina mielinica sono stati associati a varie malattie, tra cui sclerosi multipla, ictus e alcune forma di demenza come l’Alzheimer.

Ma torniamo all’acido ialuronico. Nei pazienti studiati da Sherman una classe di enzimi chiamati ialuronidasi scindeva la molecola in piccoli frammenti, e questi – ha scoperto lo scienziato – bloccano la maturazione degli oligodendrociti, impedendo l’attivazione dei geni responsabili della produzione di mielina.

Rigenerare la mielina

Scoperto il fenomeno, i Sherman e il suo team hanno lavorato per anni per trovare un composto che inibisse la ialuronisasi, e potesse quindi neutralizzare gli effetti dei frammenti di acido ialuronico sugli oligodendrociti. E oggi sembrano esserci finalmente riusciti: lo hanno chiamato S3 e si tratta di una sostanza che appartiene al gruppo dei flavonoidi, molecole già note per i loro effetti benefici sulla salute, che si trovano principalmente nella frutta e nella verdura. Nei topi, il composto favorisce la maturazione degli oligodendrociti e la rigenerazione della mielina che avvolge le fibre nervose. Nei neuroni rivestiti con la nuova guaina mielinica, addirittura, gli stimoli nervosi viaggiano più velocemente.

I test su un cervello più grande

Ora i ricercatori si chiedono se S3 può rigenerare la mielina su un cervello più grande, se può produrre gli stessi effetti su un essere umano. Nella prossima fase, dunque, testeranno il composto su animali più simili a noi, i macachi. Questi primati sviluppano spontaneamente una malattia che corrisponde alla nostra sclerosi multipla, chiamata encefalite giapponese del macaco. Se i risultati saranno positivi, si inizierà a pensare a un’applicazione sugli esseri umani.

Riferimenti: Glia

5 Commenti

  1. Spero vivamente che gli addetti riescano a trovare un rimedio efficace, per sconfiggere questa brutta malattia che mi accompagna (purtroppo non solo a me) da diverso tempo. A TUTTI ” I MIEI COMPAGNI DI SVENTURA”, auguro di cuore di trovare una terapia adeguata in attesa che la scienza trovi un rimedio definitivo, per consentire ad ognuno di vivere la propria vita dignitosamente!! Stefano Presciuttini

  2. Gent.ma Erika Salvatori,
    non La conosco ma l’articolo da lei pubblicato è per me una speranza meravigliosa.
    Sono affetto da CMT di tipo 1B (charcot marie tooth) che distrugge la mielina che ricopre i nervi del sistema nervoso periferico e progressivamente produce ulteriori degenerazioni provocando effetti sull’equilibro, sulla deambulazione e quindi sul sistema scheletrico (ma come effetto dello scorretto modo di deambulare) e sull’apparato muscolare (per la sola parte dei polpacci).
    Avendo scoperto la malattia nel 2005 ma avendoci convissuto per 44 anni, vorrei evitare la stessa sorte a mio figlio (oltre lui, anche mio padre ne è affetto … si trasmette al 50% sui figli) e così come in altre circostanze vorrei segnalarLe che qualora dovesse interessarsi ancora (nel futuro) di questa problematica, SONO disponibile a questa sperimentazione e se Lei avesse i contatti giusti La pregherei di farmeli avere o al limite di comunicare a chi sperimenta la mia disponibilità … in Italia attualmente sono state avviate molte sperimentazioni ed io ho partecipato ad una di esse ma gli effetti non sono stati positivi rispetto alla MIA variante la CMT ha molte varianti … questo studio invece è proprio quello che riguarda l’origine del mio problema; la ringrazio anticipatamente anche solo per la notizia che ho appreso da Lei. Grazie. nell’inserire il messaggio devo compilare il campo dell’email e se dovesse avere aggiornamenti la prego di farmene partecipe … D.F.

  3. Buonasera, mia madre 75enne è stata colpita 20 giorni fa dalla sindrome di guillain barré che le ha causato l’auto distruzione della mielina. È paralizzata e respira grazie alla ventilazione indotta. È perfettamente cosciente e muove solo occhi e palpebre. Non ha risposto al primo ciclo di immunoglobuline, ma ne stanno tentando un secondo, anche se scettici. Spero che questa scoperta sia la svolta anche per i malati come lei. Lascia i miei dati per essere contattata per qualsiasi informazione potesse servire.

    • 15 anni prima che sherman notasse un eccesso di ac.ialuronico nel cervello di maati s.m., studi sulla neuropatia diab.attestarono una rigenerazione delle fibre mieliniche con attenuazione dei sintomi dopo l’aggiunta di un altro inibitore, chiamato tolrestat. non conosco però gli sviluppi delle eventuali indagini successive.

  4. Ma perchè non lo testano direttamente sugli umani, alcuni pazienti non hanno nulla da perdere, e poi se si tratta di un flavonoide non fà nemmeno male.

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