Con i suoi 300 anni è la coppia più giovane del sistema solare. Sono 2019 PR2 e 2019 QR6, due asteroidi che di recente avevano catturato l’attenzione degli astronomi, incuriositi dalle notevoli somiglianze tra i due copri celesti, simili nella composizione e nell’orbita . “È entusiasmante trovare una coppia di asteroidi tanto giovane da essersi formata appena 300 anni fa, come dire stamattina – neanche ieri – nella scala dei tempi astronomici”, afferma entusiasta Petr Fatka, ricercatore dell’Istituto Astronomico dell’Accademia Ceca delle Scienze e primo nome dello studio pubblicato sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society
Asteroidi in coppia
I due NEO (Near-Earth Objects) furono osservati per la prima volta nell’agosto 2019: PR2 scrutando il cielo delle Hawaii con il telescopio Pan-STARRS e QR6 nel corso del progetto Catalina Sky Survey in Arizona. Fu subito chiaro che PR2 e QR6, del diametro rispettivamente di 1 km e 500 m, formavano un sistema binario. I due asteroidi, infatti, girano insieme intorno al Sole seguendo orbite quasi identiche, passando al perielio (il punto più vicino alla nostra stella) ogni 14 anni.
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PR2 e QR6 saranno di nuovo a portata di telescopio nel 2033, ma già al primo passaggio il team di ricercatori cechi, statunitensi e italiani – di cui fa parte anche l’astronomo Marco Micheli dell’ESA NEO Coordination Centre e dell’Osservatorio Astronomico INAF di Frascati (Roma) – ha fatto interessanti ipotesi sulla loro formazione.
Cosa sappiamo della coppia di asteroidi PR2 e QR6
Le caratteristiche spettrali di PR2 e QR6 li avvicinano ai corpi celesti della classe di tipo D (secondo la classificazione spettrale degli asteroidi), cosa rara per gli asteroidi e più comune nelle comete. Inoltre, le proprietà spettrali indicano un’origine esterna alla fascia principale degli asteroidi, che si trova tra Marte e Giove. Secondo i ricercatori, provengono dall’orbita di Giove o da più lontano ancora: dalla fascia di Kuiper, oltre l’orbita di Nettuno.
Entrambi gli asteroidi appaiono di colore rossiccio, ma il rosso dei due non è esattamente identico. Come mai? Sembra per via delle diverse proprietà superficiali ereditate durante il processo di formazione. In particolare, i granuli che formano il suolo di PR2 potrebbero essere più fini di quelli che ricoprono QR6. Chiarire questi aspetti fornirà preziosi dettagli sul processo di formazione della coppia.
Indizi dalle orbite
Anche le orbite attuali dei due asteroidi danno qualche indizio sulla loro genesi. Come la maggior parte degli asteroidi, spiegano gli autori dello studio, 2019 PR2 e 2019 QR6 potrebbero essersi formati per fissione rotazionale: il corpo celeste “madre” avrebbe raggiunto una velocità di rotazione tale da lanciare nello spazio alcuni frammenti. E sembra che il distacco di PR2 e QR6 sia avvenuto prima di un passaggio al perielio.
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I ricercatori hanno ipotizzato anche che i due asteroidi possano essersi originati da una cometa e che siano stati i suoi getti di gas a delineare le loro orbite. Ma questa è un’ipotesi che apre nuovi quesiti, come scrive in una nota del Lowell Observatory Nicholas Moskovitz, che ha partecipato alle osservazioni: “Non abbiamo rilevato nei due corpi alcuna attività cometaria. Come possano essere passati da un singolo corpo celeste madre a due oggetti attivi alla coppia inattiva che osserviamo oggi, in appena 300 anni, resta un mistero.”
Foto: UC Berkeley/SETI Institute