Scripta manent, ma per poco

    Tra le intercettazioni telefoniche che sembrano non passare mai di moda e il fisco statunitense che ricorre all’eterna memoria del Web per scoprire le frodi, per le informazioni delicate forse è meglio affidarsi a carta e penna. Soprattutto se l’inchiostro è quello di Bartosz Grzybowski, chimico e docente di bioingegneria della Northwestern University (Usa), che ha messo a punto una nuova tecnologia per far sparire le scritte in poche ore.

    In realtà non si tratta di un vero inchiostro, ma di un sistema che sfrutta le proprietà di nanoparticelle di oro e argento racchiuse in un sottile film gelatinoso. Colpite da luce ultravioletta, infatti, queste nanosfere si aggregano e cambiano colore. Usando quindi il film come carta e una lampadina a UV come penna, è possibile scrivere e disegnare ciò che si vuole. Esponendo il foglio alla luce visibile, gli ammassi di particelle si disgregano e la tela torna immacolata in nove ore. È possibile accelerare il processo esponendo il foglio a luce intensa o al calore (in questo modo l’immagine sparisce quasi istantaneamente), o rallentarlo agendo sulle proprietà delle nanoparticelle.

    Scrivere, invece, richiede qualche secondo, ma i ricercatori possono velocizzare il processo usando luce Uv più intensa. Le caratteristiche più interessanti riguardano la possibilità di cancellare e riscrivere il film centinaia di volte senza alcuna perdita in qualità, di piegarlo e arrotolarlo. Inoltre, la scrittura è a colori.

    La tecnologia è descritta on line su Angewandte Chemie. Non è la prima volta che si sente parlare di inchiostro “magico” che sparisce senza lasciare traccia: nel 2006 la Xerox ha presentato una carta che si auto cancella in 16-24 ore. Il materiale è formato da molecole fotocromatiche che ri-arrangiano la propria struttura quando sono esposte alla luce, cambiando colore. Queste molecole però possono solo passare da un colore a un altro e perdono la loro capacità in pochi cicli. Inoltre è necessario usarne molte per ottenere l’effetto voluto. “Con il nostro sistema è come avere una colla molecolare che può essere regolata usando la luce per assemblare insieme i tratti”, spiega Grzybowski: “I film sono rossi se contengono oro, gialli se contengono argento, ma possono assumere altri colori, dal rosso al blu, modificando la misura delle nanoparticelle. Esposte alla luce, formano gruppi di colori differenti, il rosso diventa blu, il giallo diventa viola”. Oltre che garantire l’autodistruzione dei messaggi pericolosi, la speranza è che queste tecnologie porteranno in futuro anche a ridurre il consumo di carta. (t.m.)

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