Se la media non conta

Alla richiesta di sottoporsi a una terapia per prevenire il cancro al seno, il 62 per cento delle donne accetterebbe nonostante l’alto rischio dovuto agli effetti collaterali. Di fatto, queste donne si sottoporrebbero alle cure senza tener conto che la possibilità che hanno di ammalarsi davvero potrebbe essere inferiore alla media. Il dato emerge da un’inchiesta, guidata da Angela Fagerlin dell’Università del Michigan, che ha visto coinvolte 249 donne scelte casualmente nel bar di un ospedale americano. Lo studio, pubblicato sul numero di dicembre della rivista Patient Education and Counseling, indaga il livello di alfabetizzazione delle donne riguardo alla percezione del rischio.

Gli autori della ricerca hanno comunicato alle donne che il loro rischio di sviluppare cancro al seno era del 6 per cento. Successivamente hanno diviso le volontarie in due gruppi cui è stato riferito  che il rischio medio della popolazione femminile americana era in un caso superiore e nell’altro inferiore al 6 per cento (rispettivamente del 12 e del 3 per cento). A questo punto, alle donne è stata vantata l’esistenza di una ipotetica terapia in grado di dimezzare la loro probabilità di ammalarsi. La finta cura, però, poteva provocare diversi effetti collaterali, tra cui vampate di calore, un leggero rischio di sviluppare cataratta, di avere un infarto o un attacco cardiaco. Nonostante le controindicazioni, il 62 per cento di tutte le intervistate si sarebbe sottoposta comunque alle cure. In questa percentuale, dunque, rientrano anche donne con probabilità di sviluppare il cancro inferiore alla media.

Secondo gli autori dello studio, conoscere il rischio medio non sempre aiuta le persone a prendere le decisioni migliori per la propria salute, un fatto che i medici dovrebbero tener ben presente nel momento di discutere con i loro pazienti il consenso informato. (s.m.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here