A differenza di tutti gli altri microrganismi asessuati che si sono progressivamente estinti nel corso del tempo, loro vivono da oltre 80 milioni di anni. E, anzi, hanno fatto dell’assenza di una differenza di genere una risorsa determinante per potere sopravvivere. I bdelloid rotifers, organismi microscopici che popolano le pozze di acqua dolce, da sempre rappresentano per gli scienziati un autentico enigma per la loro capacità di resistere – di generazione in generazione – anche al di fuori del loro ambiente naturale.
Privati del loro habitat, infatti, i bdelloid rotifers sono capaci di restare in vita in stato di quasi completa disidratazione, senza accusare deperimento. Per poi “rinascere” una volta tornati nell’acqua.
Una ricerca pubblicata sull’ultimo numero di Science realizzata da Alan Tunnacliffe, dell’Istituto di biotecnologia dell’Università di Cambridge, rivela adesso che è proprio l’evoluzione asessuata il fattore che permette all’Adineta ricciae, una specie di bdelloid rotifer, di sopravvivere in queste condizioni apparentemente proibitive.
I ricercatori hanno scoperto che nell’Adineta ricciae un particolare gene è presente non in due copie identiche, come negli esseri che si riproducono sessualmente, ma differenti. E’ questa “anomalia” che consente al microorganismo di generare due proteine diverse che, da una parte, gli permette di proteggersi da una completa disidratazione e dall’altra di mantenere integre le membrane.
“Per la prima volta siamo in grado di verificare come, in un organismo asessuato, a questa differente sequenza cromosomica corrisponda l’adempimento specifico di funzioni complementari tra loro e che ne consentono la sopravvivenza anche in ambienti ostili”, afferma Tunnacliffe: “Un’evoluzione che dimostra che, dopo tutto, vivere senza sesso può rivelarsi alle volte anche vantaggioso”. (l.s.)
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