Shakespeare fatti da parte, i sonetti li scrive l’Ai

Repubblica - logo

“Cosa c’è in un nome? Ciò che chiamiamo ispirazione anche con un altro nome conserva sempre la sua bellezza”. La parafrasi ai versi di William Shakespeare viene quasi naturale, dopo che un’intelligenza artificiale, messa a punto da un’équipe di scienziati della Ibm Research Australia, è riuscita a comporre dei sonetti così simili a quelli scritti dal Bardo da esserne pressoché indistinguibili, almeno agli occhi del profano. Ma attenzione. Le somiglianze si fermano solo al ritmo: la ricchezza espressiva dei poemi originali rimane di gran lunga superiore rispetto a quella dei componimenti del computer, almeno per ora. I ricercatori australiani, coordinati da Jey Han Lau, danno contezza del loro risultato in un articolo caricato su ArXiv, server di preprint che ospita i lavori scientifici prima della pubblicazione su riviste ufficiali.

Continua a leggere su Repubblica.it

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here