Categorie: Ambiente

Sos pesticidi abbandonati

Circa 370 tonnellate di pesticidi in disuso, abbandonati in uno stato di conservazione precario in Zambia e nelle Seychelles, sono state rimosse e spedite in Europa dalla Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Il materiale verrà incenerito, con l’aiuto delle autorità olandesi e tedesche.

I pesticidi, sostanze estremamente tossiche come il Ddt e l’atrazina, sono stati donati ai due Paesi nell’ambito di programmi internazionali di assistenza agricola, ma non sono stati mai impiegati. Oltretutto, Zambia e Seychelles non hanno neanche le risorse tecniche necessarie per distruggerli, né per conservarli in condizioni di sicurezza. I veleni rischiavano di fuoriuscire dai contenitori contaminando il terreno e le falde acquifere.

Da anni la Fao sta cercando di sensibilizzare i governi per risolvere il problema delle giacenze di pesticidi in disuso. In passato, molti paesi in via di sviluppo in Africa, Asia ed Europa Orientale, hanno ottenuto, da governi e organizzazioni, grossi quantitativi di sostanze utili per l’agricoltura. Ma con gli anni si sono accumulate eccedenze di pesticidi, ormai avariati e inutilizzabili. Alcuni di quei prodotti sono stati riconosciuti pericolosi per l’ambiente e per la salute della popolazione. Il loro uso è stato proibito.

La Fao stima che le giacenze raggiungano complessivamente, in tutto il mondo, le 100 mila tonnellate, di cui 20 mila soltanto in Africa. Il costo di incenerimento dei veleni varia da 3.500 a 5.000 dollari a tonnellata. “Nessuno dei Paesi in via di sviluppo è in grado di disfarsi dei pesticidi con strutture che diano garanzie di sicurezza”, ha commentato l’esperto della Fao, Alemayehu Wodageneh. “Senza l’appoggio finanziario dell’industria chimica, dei governi e delle agenzie per gli aiuti, sarà impossibile risolvere il problema e disinnescare questa enorme minaccia ambientale”.

Negli Stati più poveri è alta l’incidenza di avvelenamenti dovuti agli antiparassitari impiegati in agricoltura. E le cause più frequenti dei danni prodotti all’uomo e all’ambiente sono la mancanza di preparazione tecnica del personale che trasporta, immagazzina e utilizza le sostanze, la non curanza dell’applicazione delle norme di sicurezza sul lavoro, l’assenza di strutture adeguate per l’immagazzinamento e l’abitudine di riutilizzare, spesso anche per conservare il cibo, i contenitori e gli imballaggi dei pesticidi.

Ora la Fao sta tentando di ottenere finanziamenti da parte di industrie chimiche per rimuovere e distruggere 20 tonnellate di sostanze tossiche in Gambia, 300 in Senegal e 200 in Botswana.

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