Souvenir-spazzatura dall’Everest

Una spedizione americana è partita in questi giorni alla volta del Nepal per dare l’assalto ai cumuli d’immondizia lasciata sull’Everest dagli scalatori. I campi base della montagna nepalese sono infatti letteralmente sommersi da bombole d’ossigeno scariche e altri rifiuti abbandonati dalle numerose spedizioni che si sono susseguite negli ultimi quarant’anni. Da quando cioè la vetta più alta del mondo fu conquistata per la prima volta. Ad altitudini elevate l’aria è rarefatta e per respirare è necessario far ricorso a bombolette d’ossigeno. In queste condizioni, ogni movimento richiede un grande sforzo e gli scalatori si sbarazzano volentieri del materiale inutile. Fatto sta che ora persino la base più alta, a circa 900 metri dalla cima, è ricoperta da centinaia di bombolette e scatole metalliche. In passato il Governo nepalese ha anche tentato di arrestare il fenomeno multando gli alpinisti che non si riportano indietro la spazzatura prodotta nel corso della spedizione. Ma senza alcun successo. Ora i quindici membri della Everest Environmental Expedition, guidata da un medico dell’Oakland, Mark Cole, hanno intenzione di salire a più di ottomila metri per recuperare almeno parte delle bombolette e dei rifiuti abbandonati per poi rivenderli come souvenirs al costo di 156 dollari a pezzo.(m.b.)

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