Space X decolla sulla stessa rampa delle missioni Apollo

Ieri, 19 febbraio, alle 15:39 ora italiana è decollato con successo Falcon 9, il razzo di SpaceX di 70 metri di altezza, dalla storica rampa di lancio 39A del Kennedy Space Center, in Florida. Quella utilizzata nel 1960 per il programma Apollo, alla volta della Luna, per intendersi. Il lancio e l’atterraggio sono perfettamente riusciti: il successo suona particolarmente importante per l’azienda di Elon Musk, dal momento che era la prima volta che SpaceX decollava da una rampa così blasonata come quella del Kennedy Space Center.

Dopo la separazione dei due stadi del Falcon 9, avvenuta pochi minuti dopo dal decollo, il primo stadio è riuscito a effettuare un atterraggio verticale perfetto, questa volta sulla piattaforma di atterraggio della Force Station (SpaceX Landing Zone 1) sempre a Cape Canaveral. “Baby è tornato”, ha scritto su Twitter Musk, celebrando così il successo del lancio. Lo scopo della Missione Crs-10, commissionata dalla Nasa a SpaceX è portare approvvigionamenti e nuovi esperimenti scientifici a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. In cima al razzo, infatti, c’è la capsula Dragon che contiene cibo, rifornimenti e alcuni strumenti necessari per l’avvio di nuove sperimentazioni in ambito medico, biologico e climatologico.

Il lancio doveva avvenire già sabato scorso, ma il conto alla rovescia aveva subito un arresto a soli 13 secondi dalla partenza, a causa di alcuni problemi del sistema di sterzo dei motori del secondo stadio.

Secondo gli ingegneri e i tecnici del Controllo Missione di SpaceX, è stato così necessario annullare il countdown per appurare che quella segnalazione non nascondesse problemi più gravi di quelli che in realtà erano: poche ore dopo lo stop al lancio, infatti, Elon Musk aveva dichiarato che il problema non avrebbe minimamente influito sulle operazioni.

Via: Wired.it

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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