Space X testa i motori per la navicella per Marte

(Credits: Elon Musk via Twitter)

L’azienda spaziale privata SpaceX, lungi dal farsi intimidire dalla recente esplosione del razzo avvenuta a Cape Canaveral, ha appena annunciato di avere testato i motori che muoveranno la navicella progettata per la futura e ambiziosa spedizione umana verso Marte. L’annuncio non è arrivato dal sito ufficiale ma, come di consueto, da un tweet personale del fondatore Elon Musk. Una dichiarazione breve e concisa: poche parole e un’immagine, quella di un’onda energetica sprigionata da un motore a propulsione. Musk lo ha chiamato “Raptor, motore per il trasporto interplanetario”.


L’azienda di Elon Musk aveva annunciato il motore Raptor già nell’ottobre 2012, dichiarando ufficialmente che il nuovo motore sarebbe stato diverse volte più potente del Merlin di prima generazione. Effettivamente, in uno dei tweet seguiti all’annuncio del test, Elon Musk ha dichiarato che la pressione nella camera di combustione del Raptor è quasi tre volte quella dell’altro motore.

Invece di usare come propellente il cherosene e idrogeno liquido, il nuovo motore è basato su una miscela di metano liquido e idrogeno liquido. Il Raptor dovrebbe essere abbastanza potente per permettere la piena esplorazione di Marte ed eventualmente portare sul Pianeta Rosso i primi colonizzatori umani.

A partire dal 2015 lo sviluppo del motore è stato interamente finanziato da SpaceX, ma dall’inizio di quest’anno ha contribuito alla sua realizzazione anche l’Air Force statunitense.

Collaborazioni di questo tipo non sono nuove: SpaceX aveva già siglato un accordo con la Nasa, per esempio, per approntare la spedizione senza equipaggio della navicella Dragon su Marte, che dovebbe partire entro il 2018. In cambio, l’azienda di Musk si è impegnata a fornire all’agenzia spaziale statunitense dati preziosi sull’ingresso nell’atmosfera marziana, sulla discesa e sull’atterraggio.

In tutto ciò non è stata ancora fissata una data per l’invio dei primi esseri umani sulla superficie marziana con il sistema di propulsione Raptor, anche se Elon Musk ha indicato il 2024 come possibile momento del decollo.

Via: Wired.it

 

Flavio Alunni

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  • Bell'articolo, gli unici errori sono i carburanti, infatti in entrambi i casi si tratta di ossigeno e non di idrogeno!

  • Tralasciando i particolari del combustibile del razzo,che non ha colpe per il risultato finale,quello che non quadra nel discorso è l’aumento della potenza del motore,questa serve poco niente per muovere una massa nel vuoto dello spazio interplanetario.

    A occhio e croce,per garantire un’accelerazione che può portare a velocità spaziali accettabili un razzo ci sarebbe bisogno di due motori,uno per uscire dall’atmosfera,e un secondo motore completamente diverso dal primo per dare la maggiore accelerazione possibile.

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