Categorie: Vita

Spiderman non può esistere, lo dice la scienza

Diventare Spiderman è impossibile. Per noi umani, e per tutti gli animali con dimensioni superiori a quelle di un geco, scalare le pareti di un grattacielo con la sua stessa agilità è impensabile. Ecco perché uno dei supereroi più amati di sempre, omaggiato persino dai Simpson, gli abitanti di Springfield più irriverenti della tv, rimarrà solo fantasia. Con buona pace degli aspiranti Uomo Ragno.

A spiegarlo è uno studio pubblicato su Pnas, condotto da un team di ingegneri, scienziati dei materiali, naturalisti, biologi e zoologi dell’Università di Cambridge. I ricercatori hanno messo a confronto peso, dimensioni e abilità nell’arrampicare di oltre 225 specie di animali: dagli acari alle formiche, dai ragni fino alle raganelle. E hanno scoperto che al crescere delle dimensioni dell’animale aumenta anche la percentuale della superfice corporea che dev’essere ricoperta dai minuscoli peli, chiamati setae, capaci di garantire l’adesione ai muri.

Ad esempio l’acaro ha solo lo 0,02% di superfice corporea ricoperta di queste setole, un ragno lo 0,9%, e il geco ben il 4,3%. Facendo le proporzioni, quindi, un ipotetico Uomo Ragno dovrebbe avere circa il 40% del corpo (o l’80% della parte anteriore) tappezzato di setae per riuscire ad arrampicarsi sulle vetrate di un grattacielo. Il che equivarrebbe ad avere mani e piedi incredibilmente grandi. “Se un essere umano volesse camminare su un muro proprio come fa un geco, dovrebbe avere piedi “appiccicosi” enormi: avrebbe scarpe di numero 145”, afferma Walter Federle, uno degli autori del Dipartimento di Zoologia di Cambridge. Un carattere decisamente poco pratico sul piano evolutivo.

Il problema sta tutto nel rapporto volume/superficie: animali più grandi e pesanti hanno bisogno di un maggior potere adesivo per rimanere attaccati a una parete. Ma all’aumentare della taglia «diminuisce la superficie corporea che può essere ricoperta da questi cuscinetti adesivi» spiega David Labonte, primo autore dello studio. «Perciò, c’è un limite alle dimensioni – corrispondenti proprio a quelle del geco – oltre il quale non conviene più adottare questa soluzione. Ecco perché i vertebrati più grandi hanno evoluto altre strategie per aiutarsi nella scalata, come artigli e dita.

Riferimenti: Pnas doi: 10.1073/pnas.1519459113

 

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

Visualizza i commenti

  • non volume ma peso: quindi se esistesse un essere col volume di un umano, ma il peso di un ragno potrebbe arrampicarsi.
    la discussione quindi va a ricadere su "quanto si può ridurre il peso di un essere vivente a parità di volume?" supponendo anche di poter sostituire le ossa con uno scheletro di titanio di peso quasi nullo di quanto potremmo ridurre il rapporto peso volume? probabilmente non abbastanza.
    e immagginando un esoscheletro (tipo iron man) tutto in materiale superleggero abitato e guidato da un essere pensante grande come un ragno?
    la scienza non ucciderà mai i fumetti!!111!!!!11!!

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