L’immagine spettacolare della galassia M74, grazie al James Webb Telescope

james webb
Credits immagine: Twitter/Gabriel Brammer/@gbrammer

Prendete tre immagini della stessa galassia del James Webb Telescope, sovrapponetele e otterrete un risultato ancor più spettacolare e senza precedenti. È quello che ha fatto Gabriel Brammer, un astronomo del Cosmic Dawn Center dell’università di Copenhagen, attirando da subito l’attenzione di molti, quando ha pubblicato il risultato su Twitter. 

“Sono un astronomo ma stavo guardando i dati di Webb per pura curiosità e interesse, e ho notato che la galassia Messier 74 era stata osservata proprio il giorno prima. Ho voluto scaricare i dati per vedere come appariva vista da Webb, perché avevo la sensazione che sarebbe stata spettacolare. Devo dire che è stato anche meglio di quanto sperassi” racconta a Wired Italia lo stesso Brammer.

Brammer ne parla quasi senza intenzionalità: dice di aver creato l’immagine unendo semplicemente tre dei quattro filtri in cui era stata osservata la galassia Messier 74 (M74) dallo strumento Mid-Infrared Instrument (Miri) del James Webb Telescope. “Non è stato niente di più che combinare quello che era lì, sotto gli occhi di tutti, e creare questa vista color viola”.


Ecco tutte le immagini raccolte finora dal James Webb Telescope


I dettagli dell’immagine

I tre filtri di cui parla Brammer – centrati a 7.7, 10 e 11.3 micron – erano stati scelti dai ricercatori che avevano richiesto le osservazioni perché corrispondono alle lunghezze d’onda dello spettro in cui domina l’emissione di idrocarburi policiclici aromatici, grandi molecole composte da anelli multipli di carbonio, con atomi di idrogeno attaccati alle estremità. Il calore dell’ambiente galattico in cui si trovano fa “muovere” gli atomi (li eccita) che compongono queste molecole in vari modi, provocando l’emissione di radiazioni a diverse lunghezze d’onda. Il colore viola che vediamo nell’immagine – sottolinea Brammer su Twitter – è quindi “reale”, perché queste molecole sono molto più brillanti e luminose nei canali del blu e del rosso rispetto al verde.

M74 è un target piuttosto inflazionato, fra astronomi e astrofili. La ragione è che è relativamente vicina – appena 35 milioni di anni luce nella costellazione dei pesci – ed è rivolta a noi perfettamente di faccia, che vuol dire che possiamo vedere chiaramente i suoi bracci di spirale avvolgersi attorno al nucleo e svolgersi verso lo spazio interstellare in senso antiorario.

Come vedevamo M74 prima di Webb

I tre filtri utilizzati in questa immagine sono unici perché disegnati apposta per il James Webb Telescope, ma la stessa galassia era stata osservata in precedenza da un altro telescopio infrarosso in orbita, Spitzer. Il telescopio era infatti dotato di un filtro centrato a 8 micron che poteva vedere le stesse emissioni. Come si può vedere dall’immagine che ha ri-twittato l’astronoma Allison Kirkpatrick (a sinistra quella di Brammer, a destra quella precedente di Spitzer) però, nonostante la bellezza di quest’ultima, quella di Webb a sinistra ha una risoluzione e una sensibilità molto maggiori, producendone una sorta di versione HD.

“Studiare le galassie nell’universo così vicino non è proprio la scienza a cui sono abituato ma, dopo aver visto questa immagine, mi interessa molto capire come sia possibile usare galassie come M74, e le loro mappe di gas e polveri che può produrre Webb, per capire meglio le galassie lontane di cui mi occupo”. 

Di chi erano i dati?

Molti dei dati che ha già raccolto Webb sono di pubblico dominio, e così quelli di M74. Le osservazioni però erano state richieste dalla collaborazione internazionale “Physics at High Angular resolution in Nearby GalaxieS (Phangs)” che studia galassie a spirale molto vicine per caratterizzarne le proprietà sfruttando proprio immagini e spettri ad alta risoluzione come quelli raccolti dal James Webb Telescope.

Via: Wired

Credits immagine: Twitter/Gabriel Brammer/@gbrammer