NON è scritto nel Dna, ma poco ci manca. Il tifo per la propria squadra del cuore infiamma, fa esultare, fa piangere, divide e soprattutto unisce. Con un legame talmente forte da poter essere accostato a quello tra i parenti stretti. A scoprirlo, e raccontarlo sulle pagine della rivista Scientific Reports, un’équipe di neuroscienziati del D’Or Institute for Research and Education (IDOR), coordinata da Jorge Moll: i ricercatori hanno condotto, servendosi di sofisticate scansioni cerebrali, un’analisi del senso di empatia che si genera tra tifosi, scoprendo le aree cerebrali coinvolte nel processo e svelando, per l’appunto, che si tratta delle stesse regioni che si attivano quando si compiono scelte altruistiche o si interagisce con parenti stretti.
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