Stamina, cosa è successo negli ultimi giorni

Quella appena trascorsa è stata una settimana infuocata per Davide Vannoni e il suo discusso metodo Stamina. Dopo la diffusione del rapporto dei carabinieri dei Nas – secondo il quale nel preparato di Vannoni non sarebbero affatto presenti, o comunque rivelabili solo in tracce, le staminali al centro del trattamento – e l’inchiesta de L’Espresso che mette in chiaro come neanche il professore sappia bene cosa ci sia nelle sue colture e se queste siano davvero sicure, arrivano nuove rivelazioni a complicare tutta la vicenda. Rivelazioni che ancora una volta mettono in discussione al veridicità e l’affidabilità del metodo Stamina.

Cominciamo dalle discusse cartelle cliniche. Un paio di giorni fa La Stampa, venuta in possesso delle cartelle, faceva sapere che al contrario di quanto sostenuto più volte da Vannoni – e cioè che in quei documenti vi fossero le prove della validità del suo trattamento – i pazienti che avevano ricevuto le staminali (ammesso che vi fossero nei preparati) non erano affatto migliorati. Eccezion fatta per quanto riferito dai genitori di due bambini e da un adulto, per i quali ci sarebbero stati dei miglioramenti, il metodo non apporterebbe benefici ai malati. Anzi: a gettare ombra sul trattamento ci sarebbe anche il decesso sospetto di un malato di atrofia multisistemica (indipendente dalle staminali, secondo il presidente della onlus).

A questo poi si aggiunge, secondo una relazione degli Spedali Civili di Brescia, anche la mancanza di completezza nella compilazione delle cartelle cliniche: mancano le dichiarazioni relative alla valutazione delle terapie, e in alcuni casi sono presenti i dati relativi alla somministrazione delle nuove infusioni ma assenti le valutazioni pre-trattamento.

Ma oltre le questioni di carattere scientifico – sulle quali anche il ministro Lorenzin è tornata, ribadendo, ancora una volta, che ad oggi il metodo Stamina non esiste come cura compassionevole –  ci sono anche quelle di natura giudiziaria. Lo scorso 20 dicembre infatti il pm Raffaele Guariniello “ha ipotizzato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, nonché alla truffa”, riferisce l’Ansa. In contemporanea c’è stato quindi l’incontro tra i Nas e il pm Guariniello per definire nuove iniziative nell’ambito dell’indagine che riguarda Vannoni in primo luogo. Indagine che, ricorda ancora La Stampa, ha evidenziato diversi potenziali rischi associati all’utilizzo delle staminali: nausea, cefalea, meningiti batteriche, traumi midollari, e persino tumori.

Su Vannoni però pende anche un altro rischio giudiziario. Agli inizi di dicembre infatti è stato richiesto per lui il rinvio a giudizio con l’ipotesi di reato per tentata truffa ai danni della Regione Piemonte, per la richiesta di fondi pubblici a sostegno della sua ricerca, definita prima di fondamento scientifico. E, se non bastasse questa mattina, sempre La Stampa, racconta un altro capitolo della spinosa questione. Vannoni infatti – che, lo ricordiamo, ha fatto studi di lettere e filosofia – secondo alcuni pazienti coinvolti nelle indagini (circa una settantina ormai) si sarebbe spacciato anche per medico, con tanto di camice bianco.

In tutto questo Vannoni si difende dalle notizie diffuse dai giornali richiamandosi, ancora una volta, ai malati, come riferisce Il Messaggero: “Saranno gli stessi pazienti, in cura con il metodo Stamina a Brescia, a mostrare i veri dati sui risultati delle infusione a cui sono sottoposti. Il 28 saranno a Roma, al cinema Capranica alle 10 e potranno illustrare alla stampa i risultati dei controlli fatti in altri centri… spero possano esserci tutti e 34 i pazienti in cura a Brescia. Con questo incontro, a cui sono invitati il ministro della Salute e i responsabili degli organismi tecnici interessati, suppliamo a ciò che avrebbe dovuto fare il ministro Lorenzin, andando a controllare direttamente presso i pazienti quello che succede realmente, con la verifica fatta dai diversi centri sulle loro condizioni di salute”.

Via: Wired.it

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1 commento

  1. il pm Raffaele Guariniello “ha ipotizzato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, nonché alla truffa”. Tutto questo mi sta benissimo purché anche tutti i farmaci in vendita nelle farmacie e che nel bugiardino riportano effetti collaterali e conseguenze anche gravissime vengano sottoposti ad uguale misura. Resterebbe ben poco, non é così?

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