Stamina: il governo deve fermare le infusioni

Il caso Stamina si è trasformato ormai in un cortocircuito giudiziario: mentre una parte della magistratura indaga infatti sulla pericolosità del discusso metodo di Davide Vannoni, altri giudici impongono invece di riprendere con le infusioni. A farne le spese, come sempre, pazienti e familiari, che in questo fuoco incrociato di provvedimenti giudiziari rischiano di sviluppare false illusioni, e di sottoporsi ad una procedura medica potenzialmente pericolosa. È per questo che ieri Mauro Mantovani, assessore alla salute della Regione Lombardia, ha chiesto al Governo e al Ministro Lorenzin di fermare tutto. La soluzione auspicata da Mantovani è un Decreto che in via cautelativa sospenda le infusioni del metodo Stamina in corso. Un atto che, spiega l’assessore, “una volta approvato dal Cdm sarebbe subito operativo”.

Il Decreto potrebbe essere fatto in tempi brevi, già nel prossimo Consiglio dei Ministri, e permetterebbe di prendere tempo, così da valutare le relazioni del comitato di esperti prima di una eventuale conversione. “Invochiamo l’intervento degli organi dello Stato. La Regione non ha potestà legislativa in questo campo”, ha dichiarato Mantovani, che ieri si è recato agli Spedali Civili di Brescia per incontrare ed esprimere il suo sostegno ai vertici della struttura.

Mantovani ha annunciato inoltre che il Procuratore della Corte di Cassazione avrebbe inviato una preistruttoria nei confronti del Presidente del Tribunale di Pesaro, il giudice che ha nominato Marino Andolina suo ausiliario e commissario ad acta per riprendere le infusioni. La speranza dunque è che presto si concluda lo strano rapporto a “corrente alternata” della giustizia italiana, che secondo Mantovani sta generando forti tensioni per i pazienti, e mettendo in difficoltà i medici delle strutture sanitarie coinvolte. “Finalmente dalla Cassazione arriva un segnale importante – ha concluso Mantovani – si stanno muovendo gli organi preposti a trovare una soluzione, mi auguro arrivino al più presto i chiarimenti del caso”.

Via Wired.it

Credits immagine: via Wikipedia

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