I satelliti Starlink potrebbero “oscurare” il cielo

cielo
(Foto: Alexia Thais Gellona U su Unsplash)

I potenti occhi dei radiotelescopi terrestri potrebbero presto non funzionare più. O meglio rimanere accecati per colpa dei satelliti Starlink di SpaceX. A lanciare l’allarme è stato il team di ricercatori del radiotelescopio Low Frequency Array (Lofar), nei Paesi Bassi, in uno studio appena pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics. Secondo la loro nuova analisi, a interferire con le osservazioni dei telescopi sarebbero le dispersioni delle emissioni radio dei satelliti di seconda generazione dell’azienda guidata da Elon Musk, che emettono fino a 30 volte più onde radio rispetto a prima.

Gli occhi accecati dei radiotelescopi

La dispersione delle emissioni radio avviene a frequenze molto più basse rispetto alle bande utilizzate dai satelliti Starlink, ma è comunque 10 milioni di volte più luminosa delle deboli fonti astronomiche studiate da Lofar. Per i radioastronomi, quindi, condurre osservazioni mentre un satellite si trova nel campo visivo è come cercare di vedere la stella più debole visibile ad occhio nudo accanto alla Luna piena. “È una specie di incubo”, ha commentato il primo autore Cees Bassa, del Netherlands Institute for Radio Astronomy. “È un po’ deprimente vedere che la situazione sia peggiorata così in fretta”.

I satelliti Starlink e molti altri

La situazione potrebbe peggiorare ulteriormente e, di conseguenza, l’interferenza diventare continua: più di 6000 Starlink sono già in orbita (oltre agli altri satelliti già operativi), e SpaceX ha in previsione di lanciarne altre decine di migliaia. Quando ciò accadrà, potrebbe diventare impossibile per un telescopio come Lofar trovare un’area di cielo senza uno Starlink al suo interno. Come se non bastasse, con aziende come OneWeb, BlueWalker e Shanghai Spacecom Satellite Technology che tentano di lanciare grandi costellazioni di satelliti, i ricercatori stimano che potrebbero essercene 100 mila in orbita entro la fine del decennio.

Una minaccia per la radioastronomia

Cinque anni fa, come ricorda Science, gli astronomi si sono accorti che i satelliti nell’orbita bassa possono riflettere intensamente la luce solare, a tal punto che SpaceX ha modificato i suoi satelliti per ridurne l’abbagliamento. Nel 2020, inoltre, uno studio condotto dai ricercatori Ska ha mostrato che le emissioni nella banda di comunicazione di Starlink si stavano diffondendo nelle bande vicine riservate all’astronomia. “È estremamente deludente vedere che in quest’ultima generazione l’emissione è presente ed è più brillante”, ha raccontato Phil Diamond, direttore dell’osservatorio radio Square Kilometre Array (Ska). Il nuovo studio, inoltre, ha scoperto che le emissioni coprono un’ampia gamma di frequenze che si sovrappongono a quelle utilizzate da Lofar, fondamentali per scrutare indietro nel tempo fino alla formazione delle prime galassie dell’universo. In particolare, come si legge nello studio, “superano le soglie di emissione raccomandate dal settore delle radiocomunicazioni dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU-R) volte a proteggere la gamma di frequenza assegnata alla radioastronomia”. Come ha riferito a Science Aaron Boley, astronomo dell’Università della British Columbia, i regolatori nazionali devono spronare gli operatori satellitari a comportarsi in modo più responsabile. “Questa è una minaccia davvero grande per la radioastronomia”, ha affermato l’esperto.

Via: Wired.it

Credits immagine: Alexia Thais Gellona U su Unsplash