Storie della buona tavola dai Romani a oggi

L’intreccio di storie, aneddoti, leggende e fatti propriamente “storici” rende la lettura di questo volumetto interessante e piacevole. Il libro affronta considerazioni e consigli sulla alimentazione di oggi, ne mette in evidenza aspetti poco conosciuti e sfata i luoghi comuni che abitualmente vengono ripetuti senza alcuna riflessione sul loro significato.

Gian Carlo Signore, Vittorio Iammarino

Storie di alimentazione, di vivande, di piaceri

Edizioni LSWR,2018

pp. 192, Euro 17.90

Una idea del lusso in cui vivevano i Romani benestanti arriva a noi da Tito Petronio, che nella Cena di Trimalcione riesce a farci gustare col pensiero le diverse portate. Gli autori notano come i cibi dell’aristocrazia volgare ed esibizionista dei Romani esprimessero una cultura alimentare elaborata ed esotica: disposte sotto una gallina di legno si facevano servire uova di pavone che contengono beccafichi cotti annegati nei tuorli delle uova ben pepati.

Non solo la letteratura ma anche la pittura, e più tardi il cinema, ci mostrano i gusti dei nostri predecessori. Sogni e bisogni, voracità, ingordigia sazietà e trasgressione ci vengono presentate in forma realistica o allegorica: la famosa scena di Alberto Sordi che divora la pastasciutta o i quadri di Bruegel il Vecchio testimoniano, anche per contrasto, la povertà e la fame dei contadini e dei paesani di tutti i tempi.

La tradizione alimentare, anche povera, racconta saggezza ed esperienza. L’associazione tra legumi e cereali (la pasta-e-fagioli ma non solo) è alla base di piatti diffusi in tutto il mondo, elaborati secondo caratteristiche nazionali e regionali ma sostanzialmente uguali nel loro valore nutrizionale. Infatti i vantaggi di questa associazione, notano gli autori, riguardano la presenza di aminoacidi essenziali (quelli che il nostro organismo non è capace di sintetizzare e deve assumere dall’esterno) e l’abbinamento tra quelli presenti nelle diverse proteine vegetali, in modo che in un unico piatto il fabbisogno dell’organismo venga soddisfatto. E la pasta e fagioli offre agli autori lo spunto per raccontarci le caratteristiche botaniche, le ricette più saporite e varie curiosità a proposito di legumi e cereali.

A partire dal consumo di birra, olio, vino e formaggio gli autori offrono poi consigli nutrizionali, danno informazioni chimiche e biologiche sulle caratteristiche dei diversi alimenti, danno avvertenze utili sul loro uso. Non mancano commenti: positivi sulla dieta mediterranea (presentata e discussa al di là dei vari luoghi comuni) e piuttosto problematici sulla dieta vegana, proprio a causa delle carenze nutrizionali a cui chi la segue è soggetto. Diventa allora necessario ricorrere ad aiuti esterni: integratori, nutraceutici e farmaci potranno ristabilire un corretto equilibrio. Non tutti sanno che a seconda delle attività abituali e degli stili di vita è necessario aumentare o diminuire l’apporto proteico: si può migliorare il proprio stato di salute o rendere più efficaci le propri prestazioni con una dieta appropriata, senza arrivare a assumere sostanze proibite o comunque pericolose come i vari anabolizzanti. Meglio la pappa reale o la lecitina, con consapevolezza e seguendo i consigli del medico o del farmacista, invece di subire l’influenza della pubblicità che offre a tutti, per vendere meglio, il miraggio dell’eterna giovinezza.

Il libro si conclude con uno “sguardo al futuro”, criticando sia lo spreco di risorse alimentari sia il cattivo uso del territorio per produrre sostanze utilizzabili come substrato chimico di uso industriale anziché generi alimentari. La popolazione è in crescita ma cresce anche un consumismo esasperato, accompagnato da leggi di mercato che, per garantire profitti, portano a distruggere quantità enormi di prodotti in eccesso invece di distribuirli a chi potrebbe averne bisogno. Inoltre, sarebbe importante ridurre il consumo di carne e ridurre così almeno in parte l’inquinamento dovuto all’allevamento di animali. Il futuro non è impossibile, concludono gli autori, ma va saputo costruire da oggi.

Maria Arcà

Maria Arcà ha svolto ricerche in Biologia Molecolare presso l'Università e il CNR di Roma. Dagli anni 70 si è interessata ai problemi cognitivi ed epistemologici dei bambini; ha svolto attività di aggiornamento per insegnanti della scuola di base, ha pubblicato articoli e testi in Italia e all’estero.  Nel 2000, ha partecipato alla Commissione De Mauro per la definizione dei curricoli di scienze e, nel 2012, alla revisione delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo.

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