Esopianeti, una nuova super-Terra ai confini del cielo

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di Davide D’Elia ed Eleonora La Rosa

OGLE-2018-BLG-0677Lb. Verrebbe in mente un droide di Star Wars, e invece è l’identificazione del nuovo pianeta localizzato nella zona centrale della nostra galassia. Un esopianeta, ovviamente, il più lontano mai individuato fino ad ora, che è una super-Terra orbitante intorno a un piccolo (rispetto al nostro) Sole. A svelarlo è stato un evento astronomico del 2018 rilevato grazie al microlensing.

Una lente per scrutare lo spazio

Il microlensing è una tecnica che sfrutta l’effetto “lente gravitazionale“, previsto dalla teoria della relatività generale di Einstein, che permette di usare i corpi celesti come immensi “telescopi naturali” grazie alla loro capacità di curvare la luce con la loro enorme massa. 

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Rappresentazione della tecnica del microlensing utilizzata nella ricerca di esopianeti. (Nasa).

Il microlensing, come spiega Piero Rosati, ordinario di Astrofisica presso l’Università di Ferrara, nella video-intervista qui sotto, è particolarmente adatto a individuare pianeti che hanno una distanza dalla loro stella paragonabile a quella tra la Terra e il Sole, quindi all’interno della cosiddetta zona abitabile.

Nel caso della nuova super-Terra a fare da lente è stata una singola stella, di cui i ricercatori hanno analizzato le variazioni di luce, piccole ma rilevabili, in un lasso di tempo di qualche settimana, per individuare eventuali anomalie. Nel caso in cui sia presente un pianeta nelle vicinanze della stella, infatti, l’andamento della variazione di luce viene alterato con un’impennata della durata di qualche ora. In questo modo, analizzando i dati raccolta da KMTNet, una rete di telescopi dislocati nell’emisfero sud, il gruppo di ricerca guidato da Antonio Herrera Martin dell’Università di Canterbury, in Nuova Zelanda, ha scoperto la presenza dell’esopianeta OGLE-2018-BLG-0677Lb.

Una super-Terra intorno a un piccolo Sole

OGLE-2018-BLG-0677Lb si trova a circa 25.000 anni luce da noi ed è quella che si definisce una super-Terra: così vengono infatti classificati tutti quei pianeti rocciosi con una massa fino a dieci volte superiore a quella del nostro. Questo pianeta in particolare ha una massa pari a quattro volte quella terrestre, ed orbita in poco più di un anno e mezzo intorno ad una stella che è circa un decimo rispetto al nostro Sole.

La ricerca di esopianeti ha avuto un vero e proprio boom a partire dagli anni Novanta. E questo, come scrive nello studio Herrera-Martin, è stato utilissimo: perché ci permette non solo di individuare analogie e differenze nella genesi dei pianeti, ma anche di comprendere meglio il nostro stesso sistema solare

Riferimenti: Astronomical Journal

Articolo prodotto nell’ambito del Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

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