Cento nuove regioni in più nel cervello

(Immagine: Pixabay)

È stata definita una pietra miliare nel campo delle neuroscienze. Si tratta di una nuova, spettacolare e dettagliatissima mappa del cervello umano, pubblicata su Nature, grazie alla quale è stato possibile identificare quasi nuove 100 regioni dell’organo. Gli autori della ricerca, del dipartimento di neuroscienze alla Washington University Medical School, del Nuffled Department of Clinical Neuoscienca al John Radcliffe Hospital, dal dipartimento di informatica allo Imperial College di Londra e da altri istituti, spiegano che la mappa sarà utile a comprendere ancora meglio diversi aspetti del cervello, dallo sviluppo durante l’infanzia al declino durante l’invecchiamento, passando per l’effetto di malattie come l’Alzheimer e la schizofrenia.

La mappa è stata messo a punto utilizzando scanner avanzatissimi e algoritmi di intelligenza artificiale che, come racconta il New York Times, hanno imparato a identificare le regioni finora nascoste del cervello analizzando quantità enormi di dati raccolti da un campione di 1.200 volontari, i partecipanti al cosiddetto Human Connectome Project. I dati sono stati raccolti mentre i volontari svolgevano attività come test di memoria, conversazione e problemi di logica; tali informazioni sono state poi integrate con uno studio approfondito dell’anatomia del cervello. Gli scienziati hanno misurato, per esempio, la quantità di mielina, una sostanza grassa che isola i neuroni.

Naturalmente, sottolineano gli scienziati, la strada è ancora lunga:“Bisogna pensare a questa mappa come a una versione 1.0”, spiega Matthew F. Glasser, neuroscienziato alla Washington University School of Medicine e primo autore della ricerca. “Migliorando la qualità dei dati e gli algoritmi che li analizzano sarà possibile metterne a punto una versione 2.0, che sarà ancora più dettagliata”.

Via: Wired.it

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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  • Lo sfruttamento di tecnologie d’avanguardia ,da solo, non garantisce risultati scientifici “concreti”,in tutto l’ambito della ricerca scientifica in generale.Nonostante i continui progressi evidenziati,quello che conta veramente per arrivare al sodo rimane sempre la fantasia individuale.

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