Quando il tacchino era allevato per le cerimonie dei Maya

Non sono molti gli animali del Nuovo Mondo ad essere stati addomesticati dall’essere umano, ma tra questi il più noto è sicuramente il tacchino selvatico (Meleagris gallopavo), una importante risorsa già prima dell’avvento di Colombo nell’America centrale e nel sud-ovest degli Stati Uniti. Qui resti di ossa e piume di questi animali sono stati ritrovati in diversi siti archeologici, indicando la sua importanza non solo dal punto di vista alimentare, ma anche come materia prima per realizzare utensili di osso e piume, oltre che per scopi medicinali e cerimoniali. Questa specie sarebbe stata infatti prediletta da Maya e Aztechi in rituali e sacrifici.

Durante la ricerca, pubblicata su Royal Society Open Science, un gruppo internazionale di ricercatori ha studiato i resti di 55 tacchini vissuti in un’area compresa tra il Messico Centrale e la parte nord della Costa Rica, tra il 300 a.C. e il 1500 d.C.. Dopo aver studiato il DNA degli uccelli, gli scienziati sono stati in grado di confermare che i moderni tacchini europei sono di fatto discendenti dei loro antenati messicani, ma non solo. Misurando gli isotopi del carbonio presenti nelle ossa dei tacchini, i ricercatori hanno anche potuto ricostruire la loro alimentazione, che era costituita principalmente da colture come il mais. Questo implicherebbe, soprattutto nei secoli precedenti alla conquista spagnola, la presenza di questi uccelli nelle fattorie. Contrariamente a quanto previsto, tuttavia, l’aumento graduale dell’allevamento dei tacchini non sarebbe stato proporzionale alla crescita della popolazione, come ci si aspetterebbe se questi animali fossero stati allevati semplicemente come fonte di cibo. E allora, perché venivano allevati questi uccelli?

“Le ossa di tacchino sono state raramente ritrovate nei rifiuti domestici di queste popolazioni, e la maggior parte dei tacchini che abbiamo studiato non è stata mangiata,” ha spiegato Aurélie Manin, autrice principale dello studio, “Alcuni sono stati ritrovati sepolti in templi e in tombe umane, forse come compagni per la vita nell’aldilà. Questo è confermato da quello che abbiamo potuto osservare nell’iconografia di quel periodo, dove i tacchini sono rappresentati come divinità, e appaiono come simboli nel calendario.”

Secondo i ricercatori, infatti, le popolazioni precolombiane preferivano una dieta a base di cervo e coniglio, mentre i tacchini erano allevati soprattutto per il loro ruolo simbolico e culturale. “Nonostante gli esseri umani di queste zone avessero praticato l’agricoltura per oltre 10mila anni, il tacchino è stato il primo animale, oltre al cane, che hanno iniziato ad addomesticare,” ha concluso Camilla Speller, co-autrice della ricerca: “I tacchini erano perfetti per essere addomesticati, con il loro temperamento tranquillo, e per il fatto che probabilmente si aggiravano attorno agli accampamenti degli esseri umani alla ricerca di scarti da mangiare.” I ricercatori continueranno ora ad esplorare le origini dei tacchini selvatici per cercare di capire come questi animali siano diventati gli uccelli che troviamo sulle nostre tavole al giorno d’oggi.

Riferimenti: Royal Society Open Science

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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