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I batteri dell’intestino dei piccoli pazienti con fibrosi cistica cambiano soprattutto per effetto delle mutazione alla base della malattia. A spiegare come è una ricerca pubblicata su Plos One

Nelle malattie infiammatorie intestinali, alcuni alimenti possono aiutare a ridurre i sintomi, mentre altri sono da evitare. Quali sono? A rispondere un manuale firmato da Silvio Danese

Uno studio sui topi mostra che il “secondo cervello”, l'intestino, cambia cellule ogni due settimane. Un meccanismo di rinnovo che se inceppato potrebbe contribuire allo sviluppo del Parkinson

Scoperto un nuovo circuito neuronale che collega istantaneamente l’intestino al cervello. Lo studio, su Science, apre la strada a nuovi trattamenti per la cura dell'obesità, dei disturbi alimentari e perfino della depressione

Un sottogruppo di batteri, tra cui microbi intestinali e probiotici, produce elettricità con un meccanismo inedito che potrebbe aiutarci a capire come creare nuove batterie “pulite”

Combina batteri probiotici geneticamente modificati e microelettronica. Per ora testata solo su maiali, la capsula ingeribile potrebbe in certi casi sostituire gastroscopie e colonscopie

Si celebra la giornata mondiale delle malattie infiammatorie croniche intestinali, che comprendono il morbo di Crohn, la colite ulcerosa e le cosiddette “coliti indeterminate”. Malattie che spesso costringono chi ne soffre a vivere con una sacca esterna attaccata all’intestino. Che non deve però pregiudicare un’esistenza normale

Un importante contributo italiano ad uno studio internazionale che attraverso monitoraggio e intensificazione terapeutica basata sui biomarcatori di infiammazione, migliora la risposta dei pazienti con malattia di Crohn precoce

Lo rivela uno studio del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell’Università di Milano-Bicocca insieme alla Harvard Medical School di Boston e appena pubblicato sulla rivista Nature Immunology

Uno studio pubblicato su Neurology, riprende una tesi avanzata da altre ricerche secondo cui nell'intestino potrebbero trovarsi segni della malattia che da qui potrebbe poi arrivare fino al cervello