Tag: via lattea
Il più grande spettacolo della Via Lattea
Una nube di gas punta dritta verso il buco nero che si trova al centro della nostra galassia. Sono anni che gli astrofisici aspettano un simile evento
Una nuova luce nella Via Lattea
Grazie alle sonde Voyager è stata osservata, per la prima volta nella nostra galassia, la radiazione Lyman-alpha. Fornirà nuove informazioni sulla nascita delle stelle
La galassia in provetta
Per la prima volta un gruppo di ricercatori è riuscito a ricreare in laboratorio la forma e il comportamento di una piccola Via Lattea
La Via Lattea? Una bionda ossigenata
Trovate per la prima volta alcune molecole di acqua ossigenata nello spazio interstellare all'interno della nostra galassia. La scoperta in Cile, grazie a un telescopio dell'Esa
Trottole stellari
Le prime stelle che popolarono l’Universo erano dieci volte più grandi del Sole e ruotavano a una velocità di 800 chilometri al secondo. Nuove evidenze su Nature
Dove nascono le stelle
La spettacolare immagine di una nursery nella costellazione dell'Aquila è il primo regalo di Herschel, il telescopio ad infrarosso lanciato dall’ESA lo scorso maggio. Un successo italiano
Guida alla Via Lattea
Completato l'atlante più dettagliato ed esteso della parte centrale della nostra galassia, che rivela migliaia di agglomerati di polvere cosmica finora sconosciuti
Stelle figlie di un buco nero
Scoperto un nuovo buco nero
Un fossile gassoso conferma il Big Bang
Sorpresa: il centro della Via Lattea contiene centomila volte più deuterio di quanto ci si aspettasse. Questo isotopo dell’idrogeno, formatosi tre minuti dopo il Big Bang avrebbe dovuto essere esaurito quasi del tutto. Ma il gruppo di Donald Lubowich dell’Hofstra University di Hampstead, con un articolo su Natrure, annuncia che non è così. E i cosmologi sono in pieno fermento: il deuterio è l’unico mezzo per ricostruire i primissimi istanti dopo il Big Bang e la sua concentrazione allora ha determinato la densità della materia oggi. Galileo ne ha discusso con Francesca Matteucci, docente di Fisica stellare all’Università di Trieste e autrice dell’articolo di commento sulla rivista britannica