Guida alla Via Lattea

Una striscia lunga e stretta che si srotola sul piano galattico: 40 gradi di lunghezza, due gradi di ampiezza (quattro volte quella della Luna piena), per un totale di 95 gradi quadrati. È la mappa più dettagliata ed estesa della zona interna della nostra galassia, la cui immagine digitalizzata – lunga ben 16mila pixel – ha mostrato migliaia di agglomerati di polvere cosmica fredda e molto densa finora ignoti, possibile culla di nuove stelle in formazione.

Alcuni dettagli che gli astronomi definiscono mozzafiato della mappa rappresentano il centro della Via Lattea, la densa nuvola di gas molecolare denominata Sagittarius B2 e una bolla di gas in espansione (nota come RCW 120),  circondata da polvere interstellare in collasso, che sta cioè producendo nuove stelle.

La guida galattica appena completata si chiama Atlasgal (acronimo di Apex Telescope Large Area Survey of the Galaxy) e copre le regioni più dense della nostra galassia nella direzione della costellazione del Sagittario, ossia quelle in prossimità del centro dove si trova un buco nero supermassiccio, circondate da un velo di nuvole di polveri; è stata realizzata grazie a Apex (vedi Galileo), il telescopio dell’Eso (European Southern Observatory), situato a 5.100 metri di altitudine sulle Ande cilene e dotato della camera Laboca, per osservazioni nello spettro delle radiazioni con lunghezza d’onda comprese tra 0,2 e 1,5 millimetri (dette submillimetriche).

L’Universo è relativamente inesplorato nelle onde sub-milimetriche, a causa delle particolari condizioni atmosferiche richieste e delle tecnologie necessarie. Ma 5.000 metri sembrano un’altitudine ottimale per questo tipo di osservazioni che permettono di rilevare il mezzo interstellare: gas – soprattutto idrogeno, molto difficile da individuare – e polvere cosmica, non rilevabile nello spettro della luce visibile.

I numerosissimi agglomerati di polvere che compaiono sull’atlante hanno una dimensione tipica di un paio di anni luce e una massa che varia tra le dieci e le migliaia di volte la massa del Sole. La mappa, inoltre, contiene anche splendide immagini di strutture filamentose e bolle nel mezzo interstellare, soffiate via dalle esplosioni di supernove e dai venti stellari. “È  davvero emozionante osservare per la prima volta la mappa, che nel prossimo anno verrà ampliata per coprire tutto il piano galattico osservabile dall’altopiano di Chajnantor, e che potrà essere integrata con le osservazioni nell’infrarosso dell’Osservatorio spaziale Herschel”, ha commentato Leonardo Testi dell’Eso-Inaf e membro del team Atlasgal, che considera la mappa  come il punto di partenza per le future osservazioni del nuovo telescopio Alma, la cui costruzione, sempre in Cile, terminerà nel 2012.  (t.m.)

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